La stagione della Grande Arte al Cinema prosegue all’insegna di una delle istituzioni museali più celebri al mondo. Il Museo del Prado di Madrid si racconta nel docu-film in arrivo nelle sale cinematografiche per sole tre giornate.
Manca poco più di un mese alla proiezione, nelle sale cinematografiche nostrane, de Il Museo del Prado. La Corte delle Meraviglie, ma l’attesa è già alta. Il 15, 16 e 17 aprile gli spettatori potranno ammirare la collezione di uno dei musei più famosi al mondo, scoprendone la storia insieme a una “guida” d’eccezione, l’attore premio Oscar Jeremy Irons.
Con oltre 1700 opere esposte e 7mila conservate nei suoi depositi, il Museo del Prado di Madrid celebra quest’anno il 200esimo anniversario della sua fondazione ‒ il 19 novembre 1819 si parlò per la prima volta di Museo Real de Pinturas ‒ ma le sue origini affondano le radici nella storia spagnola, poiché la raccolta del Prado ebbe inizio con la nascita della Spagna come nazione e con il matrimonio tra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia.
Il docu-film, scritto da Sabina Fedeli e diretto da Valeria Parisi – prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital in collaborazione con il Museo del Prado, con il sostegno di Intesa Sanpaolo e la partecipazione di Sky Arte – evoca la storia di una collezione, e poi di un museo, che da sempre considera l’arte un linguaggio universale, capace di superare qualsiasi limite geografico. Frutto di un mecenatismo illuminato, il museo lega la sua epopea a quella di re e regine, le cui dinastie sono parte integrante della narrazione filmica presto sul grande schermo.
Oltre a puntare lo sguardo sui capolavori custoditi dal Prado ‒ e firmati da artisti del calibro di Velázquez, Rubens, Tiziano, Mantegna, Bosch, Goya, El Greco, solo per citarne alcuni ‒ la pellicola prende in esame anche l’Escorial, Pantheon dei reali, il Palazzo Reale di Madrid, il Convento de Las Descalzas Reales, il Salon de Reinos.
Nel 1785 Carlo III di Borbone incaricò l’architetto di corte Juan de Villanueva di disegnare un edificio per ospitare il Gabinete de Historia Natural. Quell’edificio verrà trasformato nel museo che oggi conosciamo, dando il via a una storia centenaria.
Il racconto è completato da preziosi materiali d’archivio e dalle testimonianze dei vari esperti del museo, fra cui Miguel Falomir, direttore del Prado; i responsabili dei vari dipartimenti del Prado; Lord Norman Foster, architetto del progetto del Salón de Reinos (premio Priztker); Laura Garcia Lorca, presidente della Fondazione intitolata allo zio, il poeta Federico Garcia Lorca; Marina Saura, attrice e figlia del pittore Antonio Saura; la ballerina Olga Pericet e la fotografa Pilar Pequeño.