La talentuosa attrice australiana presta volto e voce ai Manifesti artistici del secolo scorso, cuore pulsante dell’installazione di Julian Rosefeldt ospite al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Scritta, diretta e prodotta da Julian Rosefeldt, l’opera in mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 22 aprile crea un efficace punto di contatto fra passato e presente, calando nella nostra epoca i Manifesti dei principali movimenti artistici del secolo scorso, “interpretati” da uno straordinario talento del cinema odierno, Cate Blanchett.
Manifesto, questo il titolo dell’opera e della rassegna capitolina, è composto da 13 proiezioni che mescolano parole e concetti tratti dai Manifesti di Futurismo, Dadaismo, Fluxus, Suprematismo, Situazionismo, Dogma 95 e di altri collettivi o di artisti che hanno esplicitato le loro poetica quali, ad esempio, Umberto Boccioni, Antonio Sant’Elia, Lucio Fontana, Claes Oldenburg, Yvonne Rainer, Kazimir Malevich, André Breton, Elaine Sturtevant, Sol LeWitt, Jim Jarmusch, Guy Debord, Adrian Piper e John Cage.
11 diversi personaggi femminili e uno maschile ‒ un senzatetto, una broker, l’operaia di un impianto di incenerimento dei rifiuti, una CEO, una punk, una scienziata, l’oratrice a un funerale, una burattinaia, la madre di una famiglia conservatrice, una coreografa, una giornalista televisiva e un’insegnante ‒ animano i 12 capitoli di una storia che, sommata al prologo, getta nuova luce su Manifesti dai quali emerge una evidente attualità.
A rendere ancora più suggestivo il mosaico di parole e testi contribuisce proprio Cate Blanchett, che interpreta i Manifesti in situazioni e sfondi inaspettati, caricandoli di una potenza drammatica altrettanto sorprendente.