Il J. Paul Getty Museum di Los Angeles ospita la prima, ampia monografica intitolata a Oscar Rejlander, artista ottocentesco che ha saputo ampliare le potenzialità del linguaggio fotografico.
Il titolo della mostra allestita al J. Paul Getty Museum di Los Angeles fino al 9 giugno racchiude l’essenza stessa della rassegna e i nuclei concettuali che la animano. Oscar Rejlander: Artist Photographer ripercorre la storia di una personalità chiave dell’Ottocento, capace di fornire al medium fotografico una valenza artistica destinata a diventare irrinunciabile.
I 150 scatti esposti sottolineano la varietà di soggetti trattati da Rejlander ‒ paesaggi, ritratti e argute allegorie sociali ‒ così come il carattere poliedrico della sua vena creativa, che si espresse anche attraverso la pittura e il disegno. A balzare all’occhio è lo statuto di artisticità che Rejlander fu capace di attribuire alla fotografia, sperimentando tecniche sorprendenti come la stampa combinatoria, ben espressa da un capolavoro quale Two Ways of Life del 1857.
Interessato a immortalare gli aspetti della vita quotidiana, Rejlander non esitò a ricrearli in studio, servendosi ancora una volta di pratiche sperimentali come il tunnel studio, un ambiente fatto di legno, ferro e vetro: il soggetto da ritrarre sedeva nella parte più luminosa di esso, guardando nella direzione del buio, così da offrire un’espressione e uno sguardo più incisivi.
Vera e propria fonte di ispirazione per gli artisti dell’epoca, Rejlander fu a sua volta influenzato dall’arte, ricreando nei suoi scatti alcune composizioni pittoriche di allora.
[Immagine in apertura: Oscar Gustaf Rejlander, Non Angeli sed Angli (Not Angels but Anglos), after Raphael’s Sistine Madonna, 1854–1856 circa, Princeton University Art Museum. Museum purchase, David H. McAlpin, Class of 1920, Fund EX.2019.5.91]