Non ha bisogno di presentazioni, la Galleria Borghese di Roma. Da marzo, per due giorni a settimana, sarà possibile conoscere anche l'aspetto meno noto della sua collezione: diventano accessibili, grazie alla formula delle visite guidate, le opere conservate nei depositi.
Per uno dei gioielli architettonici e artistici della Capitale è arrivato il tempo di svelare il proprio “lato nascosto“. A partire dal mese di marzo, la Galleria Borghese riapre i depositi alle visite guidate – gratuite, salvo i diritti di prenotazione – e mostra al pubblico anche quanto è normalmente inaccessibile.
Ogni mercoledì e sabato i visitatori potranno penetrare nel deposito della straordinaria sede espositiva capitolina, concepito come una “seconda quadreria”: all’interno di questi spazi sono esposti circa 260 dipinti, collocati secondo precise aree tematiche e disposti su due livelli.
Sebbene non siano incluse nella collezione permanente della Galleria Borghese, anche per ragioni di spazio, queste opere sono ugualmente meritevoli di attenzioni da parte del pubblico. Non si tratta solo di lavori importanti per l’intrinseco valore artistico: permettono di conoscere in profondità la storia della collezione, dell’edificio e l’evoluzione del gusto delle epoche.
In questi luoghi, normalmente non accessibili, diventa ora possibile ammirare, tra le altre opere, la grande tela di Lavinia Fontana raffigurante Minerva in atto di abbigliarsi, appartenuta al cardinale Scipione Borghese, che l’acquistò direttamente dall’artista o dai suoi eredi, insieme a tele dei Carracci e Perin del Vaga o il Cristo flagellato di Giovanni Baglione, il biografo del Caravaggio, solo per citarne alcune.