Sarà una performance live del duo libanese Rayess Bek e Randa Mirza a base di musica elettronica e video, cui farà seguito l’anteprima italiana del film "Kabul, city in the wind", ad aprire l'edizione del decennale del festival sul Medio Oriente contemporaneo in programma fino al 7 aprile prossimo, a Firenze.
Da 10 anni, a Firenze, il festival Middle East Now racconta il Medio Oriente “con uno sguardo nuovo, fatto di storie di uomini e donne che vivono in paesi diversi dal nostro, con delle loro specifiche culture e situazioni politico-sociali, ma che in tutto e per tutto hanno grandi affinità con le nostre vite quotidiane. Oltre gli stereotipi e i pregiudizi“.
A descrivere gli obiettivi della kermesse, da sempre dedicata al cinema e alla cultura contemporanea mediorientale, sono Lisa Chiari e Roberto Ruta, fondatori e direttori artistici di MENOW che quest’anno, dal 2 al 7 aprile, celebra il traguardo del decennale.
Il Cinema La Compagnia, il Cinema Stensen, il Teatro Cantiere Florida, Fondazione Studio Marangoni e altri spazi del centro storico fiorentino faranno da cornice al denso programma di questa edizione, tra film, documentari, arte, musica, teatro, incontri, progetti sociali, cibo ed eventi.
Il programma cinematografico prevede la proiezione di 44 pellicole già premiate nei migliori festival internazionali; 26 sono proposte in anteprima italiana, 10 in anteprima internazionale, una in anteprima mondiale. Le storie raccontate quest’anno arrivano da Afghanistan, Algeria, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi, Kurdistan, Kuwait, Iran, Iraq, Israele, Libano, Palestina, Siria, Tunisia e Turchia e aprono un varco sulla complesse e affascinanti società di questi Paesi, in un’ottica che intende oltrepassare pregiudizi e luoghi comuni.
Di rilievo, come da tradizione, i progetti artistici promossi in occasione di Middle East Now: dall’installazione multimediale Flavours of Iraq di Leonard Cohen e Feurat Alani, che delinea un ritratto intimo del Paese tra illustrazione e animazione, alla mostra fotografica Until we return, con gli scatti di Dalia Khamissy che descrivono la condizione dei rifugiati siriani in Libano e il loro desiderio di tornare a casa.
Spazio anche al teatro, all’universo gastronomico, l’alto artigianato, all’arte contemporanea e all’approfondimento su questioni di tipo sociale e politico alla presenza di giornalisti, scrittori ed esperti.
[Immagine in apertura: Una scena tratta dal film Tehran, City of Love di Ali Jaberansari]