Cinque decenni di creatività, provocazione e riflessione sulla condizione umana sono raccontati dalla mostra che ripercorre la carriera del celebre fotografo italiano Oliviero Toscani. A ospitarla, fino al 30 giugno prossimo, è il Mar - Museo d'arte della città di Ravenna.
“Anticipata” dall’incontro Il fotografo è un autista. E Master of Photography è un Gran Premio, che si è svolto nella cornice dei Chiostri di S.Pietro a Reggio Emilia, contestualmente alla mostra di Master of Photography, la retrospettiva Oliviero Toscani. Più di 50 anni di magnifici fallimenti è stata ufficialmente aperta a Ravenna.
Fino al 30 giugno prossimo, il Mar – Museo d’arte della città di Ravenna ripercorre 5 decenni di attività di uno dei più noti e apprezzati fotografi italiani.
Una carriera, quella di Toscani, contrassegnata da un’impronta radicale e rivoluzionaria, che come ha rilevato il Direttore del Mar, Maurizio Tarantino, si intreccia con gli ultimi 50 anni della nostra storia, offrendone una chiave di lettura: “Una storia come susseguirsi di fallimenti; una storia che, non potrebbe essere altrimenti, è strettamente legata al “mercato”, perché, come ci ricorda Enrico Ghezzi, tutta la comunicazione è pubblicità, se non è amore. Ed è forse questo il più magnifico dei “fallimenti” di Oliviero Toscani: aver contribuito in una maniera tutta sua a trasformare i mercati (ben prima che i guru del Cluetrain Manifesto lo teorizzassero) in “conversazioni”, facendo sì che un jeans attirasse la condanna della Chiesa cattolica e spingesse Pier Paolo Pasolini a riflettere sul capitalismo e sul senso del divino, una maglia colorata ci parlasse del valore (o disvalore) dell’identità razziale e religiosa, della guerra e delle ingiustizie, della vita e della morte“.
Curata da Nicolas Ballario, con l’organizzazione di Arthemisia, la mostra propone oltre 100 fotografie dalle quali emerge la potenza creativa che ha caratterizzato l’intera carriera di Toscani, ma anche la sua peculiare capacità di accendere il dibattito – a partire da un’immagine fotografica – su temi come il razzismo, la pena di morte, l’AIDS e la guerra. Nel percorso espositivo non mancano gli scatti più iconici e controversi del fotografo nato a Milano nel 1942, tra cui il famoso Bacio tra prete e suora del 1992, i Tre Cuori White/Black/Yellow del 1996 e No-Anorexia del 2007.
Proprio a quest’ultimo scatto è legato anche una delle tre testimonianze video presenti in mostra: si tratta del documentario omonimo, girato in occasione dell’uscita della campagna nel 2008. Presenti anche il video WART, una fortissima sequenza di immagini che racconta il nesso tra guerra e arte, tra bellezza e tragedia, e uno speciale della serie Fotografi di Sky Arte realizzato interamente sulla figura di Oliviero Toscani.
“L’unico e vero scopo dell’arte è la testimonianza della condizione umana. Mi sono sempre interessato all’imperfezione umana. Perché all’interno dell’imperfezione umana c’è tutta la creatività possibile, di fronte a una quercia, un salta martino, il monte bianco, il mare, mi commuovo fino ad un certo punto perché tutti gli elementi della natura sono perfetti. Mi commuovo di fronte all’unicità di ogni individuo e per questo fotografo gli esseri umani nelle molteplici espressioni“, ha scritto Toscani in merito al suo progetto Razza Umana, con il quale ha attraversato mezzo mondo a partire dal 2007.
[Immagine in apertura: Oliviero Toscani, United Colors of Benetton, 2018 ©olivierotoscani ]