Il nostro pianeta… o la plastica? L’emergenza ambientale in mostra a Bologna 28 Aprile 2019
Leggera, resistente, indistruttibile: la plastica sta letteralmente invadendo il pianeta, sotto forma di rifiuti. Le conseguenze di questa invasione si ripercuotono sulla salute dei mari, della fauna marina e su tutte le forme viventi, uomo incluso. "Planet or Plastic?" è la mostra curata dal direttore del National Geographic Italia, Marco Cattaneo, e dalla redazione della prestigiosa testata; sarà visitabile fino al 22 settembre, negli spazi del complesso museale Santa Maria della Vita, a Bologna. Attraverso otto temi di approfondimento, presentati lungo il percorso, e due iniziative associate, questo progetto espositivo intende sensibilizzare verso un uso più consapevole e responsabile della plastica.
Yiwu, la città del commercio internazionale nella provincia orientale dello Zhejiang, in Cina, è il più grande mercato all’ingrosso del mondo: è il trionfo della plastica. Negli oltre 70.000 stand, ospitati in una serie di edifici collegati tra loro, si vende di tutto, dalle piscine gonfiabili agli utensili da cucina ai fiori artificiali. Visitando il mercato il fotografo Richard John Seymour ha provato un senso di familiarità misto a sgomento: queste merci si trovano ovunque, ma qui le si trova in quantità sconcertanti. La Cina è la principale produttrice di plastica: ne fabbrica oltre un quarto del totale mondiale, gran parte della quale viene esportata all’estero. FOTO: Richard John Seymour
Yiwu, la città del commercio internazionale nella provincia orientale dello Zhejiang, in Cina, è il più grande mercato all’ingrosso del mondo: è il trionfo della plastica. Negli oltre 70.000 stand, ospitati in una serie di edifici collegati tra loro, si vende di tutto, dalle piscine gonfiabili agli utensili da cucina ai fiori artificiali. Visitando il mercato il fotografo Richard John Seymour ha provato un senso di familiarità misto a sgomento: queste merci si trovano ovunque, ma qui le si trova in quantità sconcertanti. La Cina è la principale produttrice di plastica: ne fabbrica oltre un quarto del totale mondiale, gran parte della quale viene esportata all’estero. FOTO: Richard John Seymour
Yiwu, la città del commercio internazionale nella provincia orientale dello Zhejiang, in Cina, è il più grande mercato all’ingrosso del mondo: è il trionfo della plastica. Negli oltre 70.000 stand, ospitati in una serie di edifici collegati tra loro, si vende di tutto, dalle piscine gonfiabili agli utensili da cucina ai fiori artificiali. Visitando il mercato il fotografo Richard John Seymour ha provato un senso di familiarità misto a sgomento: queste merci si trovano ovunque, ma qui le si trova in quantità sconcertanti. La Cina è la principale produttrice di plastica: ne fabbrica oltre un quarto del totale mondiale, gran parte della quale viene esportata all’estero. FOTO: Richard John Seymour
Bottiglie di plastica riempiono un impianto di riciclaggio a Valenzuela, nelle Filippine. Si prevede che nel 2021 ne saranno prodotte oltre 580 miliardi. FOTO: Randy Olson/National Geographic
Frammenti di plastica colorata – raccolti, lavati e suddivisi a mano – vengono messi ad asciugare sulle rive del Buriganda. A Dhaka e dintorni sono circa 120.000 le persone che lavorano in questa industria del riciclaggio non ufficiale. I 18 milioni di abitanti di quest’area generano circa 1.000 tonnellate di rifiuti al giorno. FOTO: Randy Olson/National Geographic
Un’acacia coperta di sacchetti di plastica gettati dai viaggiatori. I nomadi Afar usano il termine Hahai, ovvero “gente del vento”, per descrivere rifugiati, disertori, lavoratori migranti e altri che attraversano furtivamente il deserto. FOTO: John Stanmeyer/National Geographic
Nell’isola giapponese di Okinawa, un paguro eremita usa un tappo di plastica per proteggere il suo addome molle. In spiaggia gli uomini raccolgono le conchiglie usate dai paguri e abbandonano rifiuti. FOTO: Shawn Miller
Una tartaruga marina impigliata in una vecchia rete da pesca in plastica al largo della Spagna. Poteva allungare il collo fuori dall’acqua per respirare, ma sarebbe morta se il fotografo non l’avesse liberata. Le reti abbandonate in mare sono una grave minaccia per le tartarughe marine. FOTO: Jordi Chias
SOUP_BIRDS NEST Ingredienti: lenza scartata che ha formato palline simili a un nido a causa delle maree e dei movimenti oceanici. Additivi: altri rifiuti raccolti sul suo percorso. FOTO: Mandy Barker
SOUP_REFUSED Ingredienti: detriti oceanici di plastica masticati perché qualche animale ha tentato di ingerirli.Compreso un tubetto di dentifricio. Additivi: denti di capra. FOTO: Mandy Barker
SOUP_500 Sono bastate poche ore su una spiaggia inglese per raccogliere i 500 pezzi di plastica che Barker ha utilizzato per quest’opera. Ingredienti: più di 500 frammenti di plastica trovati nel tratto digestivo di un pulcino di albatro morto nel North Pacific Gyre. FOTO: Mandy Barker
Pulcino di albatros, contenuto dello stomaco: accendini, spruzzatori a pompa, gusci di noci, cartuccia per fucile da caccia, mollette rotte, centinaia di pezzi di plastica. FOTO: Susan Middleton