Come appariva l’Italia agli occhi dei viaggiatori tra il Cinquecento e l’Ottocento? La mostra allestita al Museo Horne di Firenze riunisce una serie di disegni, che descrivono il Belpaese attraverso lo sguardo degli artisti.
Meta fra le più gettonate di sempre, l’Italia è al centro della mostra Souvenir d’Italie ‒ Disegni e acquerelli della collezione Horne, ospite, fino al 30 luglio, del museo fiorentino che trae il nome dalla raccolta.
Le opere esposte, realizzate tra il Cinquecento e l’Ottocento, tratteggiano le sembianze del Belpaese a cavallo dei secoli e rappresentano dei veri e propri modelli per la diffusione di un’idea dell’Italia radicata ancora oggi nell’immaginario collettivo.
Esito di viaggi e soggiorni da un capo all’altro della penisola, i disegni in mostra hanno dato l’avvio allo sviluppo del genere paesaggistico e del vedutismo, complice il talento dei loro autori, che spaziano da Claude Lorrain a Francesco Guardi, da John Robert Cozens a Giovan Battista Naldini, all’architetto inglese Thomas Little.
“Come doveva essere bella l’Italia quando, fra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, la attraversava Herbert Percy Horne con i suoi “sketchbooks” ‒ commenta Antonio Paolucci, presidente della Fondazione Horne ‒ “servendosi di vetturini e di carrozze di posta. Il grande studioso e collezionista che scelse nel 1905 di prendere dimora a Firenze, pensava quello che molti altri intellettuali ed artisti ai suoi giorni pensavano: essere cioè l’Italia non solo la patria della storia e della bellezza, un mirabile museo sotto il cielo, ma una vera e propria “camera con vista” sul miracolo di arte, vita e natura armoniosamente coniugate”.
[Immagine in apertura: John Thomas Serres, Veduta dell’Arno a Firenze verso Ponte alla Carraia, 1790, penna e inchiostro, acquerello su carta]