È caduta nell’oblio la vicenda dell’eroico salvataggio di civili compiuto dalla flotta di Plinio il Vecchio durante l’eruzione del Vesuvio che colpì Pompei ed Ercolano. A ricordare la missione ci pensa una mostra, che sta per inaugurare in Francia.
Sono trascorsi secoli dalla terribile eruzione vulcanica che segnò per sempre il destino di Pompei, eppure la vicenda è rimasta scolpita nella mente di intere generazioni, comprese quelle attuali. Ha contribuito a mantenere viva la memoria dell’evento anche la testimonianza di Plinio il Giovane, in una lettera inidirizzata a uno degli storici più autorevoli di sempre, Tacito.
Le parole del giovane traggono spunto dalle gesta di Plinio il Vecchio ‒ del quale era nipote ‒ uomo di lettere e comandante della flotta di stanza a Miseno, nella penisola flegrea. Colpito dalla poderosa nube di fumo che si propagava dalla sommità del Vesuvio in quel fatidico 24 agosto del 79 d. C., Plinio il Vecchio, compresa l’entità della catastrofe, decise di inviare 12 navi per trarre in salvo gli abitanti di Pompei.
Lui stesso partecipò alla missione, trovando la morte probabilmente a causa delle letali inalazioni.
Oggi il suo eroico gesto – scarsamente ricordato – rivive nella mostra che sta per aprire i battenti al Musée de la Romanité di Nîmes. Pompeii, a forgotten story restituirà al pubblico le storiche tracce di quell’evento, approfondendo la storia di Plinio il Vecchio e del nipote, cui spetta il merito di aver trasmesso a Tacito il racconto dei fatti.
Circa 250 reperti archeologici animeranno, fino al 6 ottobre, la mostra francese, che offrirà agli spettatori un’esperienza davvero immersiva, grazie all’ausilio delle nuove tecnologie e di sistemi interattivi. Non mancheranno un focus sulla vita quotidiana di Pompei, attraverso dettagliate ricostruzioni, e anche un resoconto dei fatti avvenuti il giorno dell’eruzione.