Primo weekend di apertura per la retrospettiva che il museo londinese dedica alla stilista britannica, nota come l'inventrice della minigonna. Aperta fino al 16 febbraio 2020, riunisce oltre 120 tra capi, accessori e documenti d'epoca, riportando in auge il ritmo e l'energia della Swinging London.
Si chiude con la monografica Mary Quant il lungo ciclo espositivo con cui il Victoria & Albert Museum di Londra ha analizzato la carriera e la produzione di alcuni dei più rilevanti fashion designer internazionali.
Dopo Christian Dior: Designer of Dreams, Balenciaga: Shaping Fashion, Undressed: A Brief History of Underwear, Shoes: Pleasure and Pain e Club to Catwalk: London Fashion in the 1980s, l’istituzione britannica porta al centro dell’attenzione gli anni della Swinging London, con una collezione delle geniali creazioni della stilista considerata a livello internazionale come l’inventrice della minigonna.
Classe 1934, grazie alle sue intuizioni e alla sua audacia la fashion designer Mary Quant ha diffuso con forza le sue idee e proposte partendo da una piccola bottega su King’s Road, aperta nel 1955, conquistando prima i grandi magazzini del Regno Unito e, successivamente, sbarcando negli Stati Uniti.
Con un percorso espositivo che ricostruisce il panorama storico e sociale della capitale inglese nel secondo dopoguerra, la mostra ricostruisce l’epopea di Mary Quant dimostrando come ha rivoluzionato il sistema della moda, rovesciando il dominio dei brand del lusso parigini. Con le sue creazioni ha contribuito a liberare il corpo delle donne della sua epoca da regole e convenzioni, sostenendo una moda “di design”, comoda, energica, giocosa e, nello stesso tempo, dotata di un’indole, accessibile a tutte.
Gli oltre 120 pezzi in mostra, tra abiti, accessori, cosmetici, schizzi e fotografie, che in larga parte non sono mai stati mostrati prima in un’occasione pubblica, permettono di comprendere la genesi di alcuni elementi dello streetstyle britannico, ancora oggi così influente e rilevante su scala globale.
Aperta fino al 16 febbraio 2020, la retrospettiva è stata accolta e commentata con entusiasmo dalla stessa Mary Quant, che ricordando i suoi esordi ha affermato: “Non ci siamo resi conto che ciò che stavamo creando era pionieristico; eravamo semplicemente troppo occupati ad assaporare tutte le opportunità, prima di correre alla sfida successiva“.
[Immagine in apertura: Mary Quant e le sue modelle al lancio della collezione di scarpe Quant Afoot, 1967 © PA Prints 2008]