Per provocare, per affermare la nostra appartenenza a una società, per raccontare una storia (magari d'amore), per sedurre chi ci guarda ballare o, al contrario, per entrare in comunione profonda con il nostro spirito. I motivi della danza possono essere molteplici, ma tutti affondano nell'essenza stessa dell'uomo. Per questo, il viaggio in cui Akram Khan presto accompagnerà gli spettatori di Sky Arte è molto più di una rassegna di stili di ballo: è una ricerca esistenziale, che unisce anima e corpo in nome dell'espressione artistica.
“Da quando esiste il concetto di Dio, gli esseri umani l’hanno smantellato e da quando esiste la tecnologia, quest’ultima ha smantellato il concetto di essere umano. Tuttavia, credo fermamente che la danza abbia la capacità di ricostruire e porsi la domanda: ‘Cosa significa essere umani?’ E questo perché la danza è il modo più vero e sincero che abbiamo per esprimere noi stessi.”
Una riflessione così radicale, ma che in fondo troviamo istintivamente condivisibile, è la visione che Akram Khan ha della danza e, in ultima analisi, della sua stessa vita.
Nato a Wimbledon (Londra) da una famiglia originaria del Bangladesh, il ballerino e coreografo Akram Khan vanta in effetti una lunga frequentazione con la danza, prima quella del sud dell’Asia – ha iniziato a studiare il genere indiano del Kathak già a 7 anni – e poi all’interno del panorama artistico occidentale.
Fondatore della Akram Khan Company nel 2000, già due anni dopo il danzatore presentava al prestigioso Edinburgh Festival la sua prima creazione, Kaash, in collaborazione nientemeno che con Anish Kapoor e Nitin Sawhney. Per quasi due decenni, quindi, Akram Khan ha continuato a riscuotere un successo dietro l’altro: primo non-musicista a diventare “associate artist” del Southbank Centre nel 2005, nello stesso anno è stato nominato membro dell’Ordine dell’Impero Britannico.
Perché presentare così estesamente le credenziali di questo coreografo, per quanto rivoluzionario e fondamentale sia il suo apporto al mondo della danza?
La risposta sta in un annuncio eccezionale, quello della nuova serie di documentari Dance – Perché balliamo in onda su Sky Arte dal 29 aprile prossimo – e disponibile integralmente su Sky on Demand: è proprio Akram Khan ad aver curato l’iniziativa, che presenterà anche ogni appuntamento. Come anticipato dallo stesso artista, “Questa serie è un’impresa epica – abbiamo scovato artisti da tutto il mondo e messo insieme, non solo le loro incredibili coreografie, ma anche i loro diversi punti di vista sul perché balliamo. È meraviglioso vedere la danza esplorata in questo modo in televisione e poter lavorare con Sky per creare un programma che sarà visto dal pubblico di tutta Europa“. I 5 episodi della serie – un’altra produzione eccellente dello Sky Arts Production Hub – verranno infatti trasmessi in contemporanea in 5 Paesi (Italia, Regno Unito, Irlanda, Germania e Austria), in occasione della Giornata Mondiale della Danza.
Puntata dopo puntata, i telespettatori verranno condotti da Khan alla scoperta degli stili di danza più influenti – e seducenti! – della nostra epoca. Tra spazi pubblici e le scene dei grandi teatri del mondo, attraverso le più disparate società e tradizioni, ammirando performance inedite e contributi originali dei migliori coreografi del mondo, la domanda a cui ogni artista si troverà a rispondere è sempre la stessa, quella fondamentale: perché balliamo?