Cento anni fa, nel maggio 1919, Antonio Ligabue veniva espulso dal suo Paese d'origine, la Svizzera. Una mostra in corso nella città di San Gallo prova a "ricucire" quella storica cesura, riposizionando l'opera del pittore nel panorama culturale locale.
Con Antonio Ligabue – der Schweizer Van Gogh il Museum im Lagerhaus di San Gallo ricostruisce la complessa vicenda biografica e artistica dell’artista originario della Svizzera. Ampiamente considerato italiano, il pittore nacque in realtà a Zurigo, nel 1899, e solo dopo qualche anno, per una serie di vicissitudini, si trasferì nel paese di Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, città natale del padre adottivo Bonfiglio Laccabue.
Difficoltà linguistiche e differenze culturali, unite alle sue condizioni psicologiche, caratterizzarono la sua esistenza, a tal punto che la definizione “straniero in Svizzera, straniero in Italia” sembra appropriata per tratteggiare il suo profilo.
Visitabile fino all’8 settembre e compresa nel palinsesto espositivo messo a punto dall’istituzione elvetica in occasione del 30esimo anniversario della sua fondazione, la mostra ricondurrà di fatto Ligabue nella sua terra di nascita, divenuta inesorabilmente una terra perduta. Esattamente a 100 anni dalla sua espulsione dalla Svizzera, questo progetto proverà a sanare una “lacuna storica”, cercando di contestualizzare l’opera pittorica di Ligabue nel più vasto quadro culturale della regione orientale del Paese.
In particolare, dall’osservazione delle opere dell’artista è possibile rilevare punti di contatto e parallelismo con artisti di Naive Art e Art Brut, tra cui Adolf Dietrich, Hans Krüsi e Hedi Zuber.
Alla mostra è inoltre associato un catalogo in tedesco e inglese – con traduzioni in italiano – alla cui stesura hanno collaborato alcuni dei massimi esperti di Ligabue. È il caso di Sandro Parmiggiani, co-curatore della mostra e co-il redattore di questa pubblicazione, e di Renato Martinoni, professore emerito all’Università di San Gallo, che si è dedicato a lungo alla biografia dell’artista, rivelando dettagli poco noti della sua vita nella Svizzera orientale.
[Immagine in apertura: Antonio Ligabue, Autoritratto con moto, cavalletto e paesaggio, Undated (1953–1954), Gustalla (Reggio Emilia), private collection ©]