Quali sono stati i punti di contatto e le differenze tra la Pop Art americana e la "declinazione" italiana? In quale modo gli artisti milanesi hanno interpretato e adattato al clima sociale locale le istanze di quella corrente? Una cinquantina di opere ricompongono il panorama artistica nazionale, tra gli anni Sessanta e Settanta, con un focus sulla città di Milano.
Nel novero delle iniziative della Milano Art Week 2019, organizzata dal Comune di Milano in collaborazione con miart e in corso in questi giorni nel capoluogo lombardo, rientra anche la collettiva Milano Pop. Pop Art e dintorni nella Milano degli anni ’60/’70.
Curata da Elena Pontiggia e allestita presso lo Spazio Espositivo di Palazzo Lombardia a Milano, nella sede della Regione, la mostra fa luce sulle specificità della corrente Pop in Italia, affiancando i lavori dei maggiori interpreti nazionali di quella stagione con un focus sulla città di Milano.
Nel percorso espositivo, distribuito in più sale e visitabile fino al 29 maggio, si susseguono infatti opere di grandi protagonisti dell’arte del secondo Novecento – da Mario Schifano a Tano Festa, da Mimmo Rotella a Giosetta Fioroni – e altre che riflettono quanto avvenne nell’ambiente milanese, raccontato dai lavori di Valerio Adami, Enrico Baj, Paolo Baratella, Gianni Bertini, Fernando De Filippi, Lucio Del Pezzo, Umberto Mariani, Silvio Pasotti, Sergio Sarri, Giangiacomo Spadari, Tino Stefanoni ed Emilio Tadini. Complessivamente vengono esposti circa 50 lavori, tra cui molti inediti, che dimostrano come la corrente nata negli Stati Uniti abbia alimentato il dibattito artistico anche in Italia, in particolare dopo la Biennale di Venezia del 1964.
Accompagnata da un catalogo che riunisce interviste inedite agli artisti e affiancata da un video-documentario, incluso nel percorso di visita, la collettiva è associata alla mostra parallela Cinema Pop. In programma dal 10 aprile, alla Galleria Robilant+Voena, questo progetto espositivo riunisce una trentina di lavori di Sergio Sarri e Giangiacomo Spadari e si focalizza su due nomi di rilievo della Pop Art milanese.
[Immagine in apertura: Giangiacomo Spadari, Metropolitana, 1973, acrilico su tela, ph. Bruno Bani]