William Congdon, partito da New York, si stabilì per un ventennio ad Assisi; Yves Klein visitò l'Umbria almeno cinque volte e lasciò un ex voto nel Monastero di Santa Rita da Cascia; Sol LeWitt visse a lungo a Monteluco di Spoleto: sono solo alcune delle storie che legano la regione del Centro Italia ai grandi protagonisti dell'arte internazionale del secondo Novecento. Una mostra a Perugia ricostruisce queste relazioni.
Non solo i grandi Maestri dell’arte del Novecento di origine umbra, Alberto Burri e Leoncillo: tra i protagonisti della mostra Unforgettable Umbria – L’arte al centro fra vocazione e committenza, in corso a Palazzo Baldeschi a Perugia, si incontrano maestri indiscussi della produzione artistica della seconda metà del secolo scorso accomunati dalla “medesima passione”.
Da Alighiero Boetti ad Alexander Calder, da Giuseppe Capogrossi a Piero Dorazio, da Sol LeWitt a Yves Klein, da Brian O’Doherty, a Beverly Pepper, fino a Ivan Theimer e a Giuseppe Uncini, furono in molti a fissare, per periodi di diversa lunghezza, la propria base operativa nella verde regione del Centro Italia. Favorita da conoscenze locali, da contatti con committenze illuminate, da progetti espositivi entrati nella storia o, semplicemente, esito di scelte personali, la permanenza di questi autori in Umbria sembra trovare una valida motivazione nelle peculiarità locali.
Nei piccoli borghi e nelle città d’arte dell’Umbria, così come nelle montagne e nelle località del Lago Trasimeno, questi artisti hanno potuto misurarsi con una dimensione rivelatasi ideale per le rispettive ricerche, assaporando in prima persona il clima di spiritualità, profondità e l’intimo legame tra territorio e memoria così distintivo di questa regione.
Curata da Alessandra Migliorati, Paolo Nardon e Stefania Petrillo, organizzata da Fondazione CariPerugia Arte e aperta fino al 3 novembre prossimo, la mostra riunisce dipinti e sculture di oltre 50 artisti di fama internazionale.
Molti i racconti curiosi che emergono da questo singolare intreccio narrativo: Yves Klein, ad esempio, visitò l’Umbria almeno cinque volte, realizzando anche un ex voto per il Monastero di Santa Rita da Cascia: quest’opera (nell’immagine in apertura) è inclusa nel percorso espositivo perugino, assieme al Monocromo lasciato nel medesimo santuario.