Dalla chiusura del Bauhaus, in conseguenza dell'ascesa del dominio nazista, fino ai progetti realizzati negli Stati Uniti: la vita di uno dei padri del Movimento Moderno ha ispirato il nuovo romanzo a fumetti di Agustín Ferrer Casas.
Se analizzato prendendo in esame la vita di Ludwig Mies van der Rohe, uno dei più influenti e autorevoli architetti del Ventesimo secolo, il 2019 non è un anno qualsiasi. Ricorrono, infatti, sia il cinquantenario della scomparsa del progettista tedesco, sia il centenario della fondazione della scuola del Bauhaus, della quale fu l’ultimo direttore. Sono inoltre trascorsi 90 anni esatti dalla realizzazione di una delle sue opere più iconiche, il padiglione tedesco per l’Esposizione Universale di Barcellona del 1929, successivamente ricostruito nel 1986.
Opera dell’illustratore e autore spagnolo Agustín Ferrer Casas, la graphic novel Mies, recentemente pubblicata, acquisisce dunque la connotazione di un omaggio a un indiscusso protagonista della scena architettonica globale, in grado di incidere nel contesto europeo e di emergere, con pari rilievo, anche negli Stati Uniti.
Il volume, composto da 176 pagine, è stato presentato nei giorni scorsi a Barcellona, proprio nella cornice del “mitico” Padiglione, oggi sede della Fundació Mies van der Rohe. Definita da Casas “una biografia fittizia della sua vita, basata su numerosi scritti di molti altri autori“, l’opera estende la narrazione oltre i momenti chiave della carriera del progettista, provando a restituire la sua personalità, i suoi pensieri, le sue ambizioni.
L’architetto britannico Norman Foster, che ha scritto la prefazione di questo romanzo a fumetti, ha sottolineato che “Mies van der Rohe è uno dei pochi architetti del XX secolo che ha contribuito a plasmare l’architettura del presente e probabilmente quella del futuro“.
[Immagine in apertura: fonte Fundació Mies van der Rohe – miesbcn.com]