Un bambino con un giubbetto di salvataggio e un razzo segnaletico in mano: nei giorni dell'anteprima della Biennale, anche lo street artist dall'identità sconosciuta ha raggiunto Venezia, per realizzare una nuova opera?
È davvero opera di Banksy l’intervento comparso – quasi certamente – tra giovedì e venerdì mattina della settimana scorsa nel sestiere di Dorsoduro, a Venezia? Proprio nei giorni dell’anteprima della 58. Biennale Arte di Venezia, che resterà aperta fino al 24 novembre prossimo, lo street artist della misteriosa identità potrebbe aver realizzato un nuovo lavoro nella città lagunare.
A darne notizia è la testata Artribune, che supporta la notizia con una serie di scatti raffiguranti l’opera da diverse inquadrature. Con lo spray, questa volta l’artista avrebbe riprodotto la figura di un bambino, che indossa un giubbetto di salvataggio e impugna un razzo segnaletico.
A una prima osservazione, lo stile sembrerebbe proprio quello di Banksy, che tuttavia non ha rivendicato la paternità dell’intervento. Almeno fin qui.
Anche il tema affrontato si porrebbe in continuità con la più recente produzione di Banksy, la cui arte, provocatoria e impegnata, è spesso associata a messaggi di critica sociale e politica.
In questo caso, volendo fornire una possibile lettura, l’artista potrebbe essere ricorso al soggetto del bambino per tenere accesi i riflettori sulla questione dei migranti e sulla crisi geopolitica connessa, provando a spostare l’attenzione degli specialisti del settore arte, in arrivo in città proprio in occasione della Biennale, dagli appuntamenti culturali all’urgenze connesse con il tema dell’immigrazione.
I curiosi o gli appassionati di Banksy in arrivo a Venezia potranno mettersi “alla ricerca” dell’opera – e farsi un’idea a riguardo – raggiungendo Campo Santa Margherita: prendendo come riferimento la Farmacia Santa Margherita, è sufficiente salite sul ponte che parte dal campiello. Dalla sommità, l’opera risulta ancora ben visibile.
[Immagini: photo by Lapo Simeon via Artribune]