È calato il sipario sulla 72esima edizione del Festival di Cannes, dopo una settimana all’insegna del grande cinema, che ha visto trionfare alcuni dei migliori registi e interpreti del panorama contemporaneo a cominciare da Bong Joon-ho, il cui film "Parasite" si è aggiudicato l'ambita Palma d'Oro.
Al termine di un settimana densa di proiezioni, la giuria internazionale del 72esimo Festival di Cannes, presieduta da Alejandro González Iñárritu, ha annunciato i vincitori dell’acclamata kermesse cinematografica d’oltralpe. Ad aggiudicarsi la Palma d’Oro per il miglior film è stato il regista sudcoreano Bong Joon-ho, con Parasite (da cui è tratta l’immagine in apertura), incentrato su un complotto di famiglia dalla atmosfere tarantiniane.
Il Grand Prix è stato conferito ad Atlantique di Mati Diop, ispirato a un tema attualissimo come quello delle migrazioni dall’Africa all’Europa, mentre Les Misérables di Ladj Ly e Bacurau di Kleber Mendonca Filho e Juliano Dornelles hanno ricevuto ex aequo il Premio della giuria; i fratelli Jean Pierre e Luc Dardenne hanno conquistato il Premio per la miglior regia con il loro film Le Jeune Ahmed.
Sul fronte dell’interpretazione, Emily Beecham è stata premiata come migliore attrice femminile in Little Joe di Jessica Hausner, pellicola dai contorni fortemente distopici, mentre il premio per il migliore attore è andato ad Antonio Banderas, protagonista di Dolor y gloria di Pedro Almodóvar, dove riveste il ruolo di Salvador Mallo, un cineasta in crisi.
Il premio per la migliore sceneggiatura ha visto trionfare Portrait De La Jeune Fille En Feu di Céline Sciamma, una storia totalmente al femminile, e la Camera d’Or, premio come migliore opera prima, è andata a Nuestras Madres di Cesar Diaz. Menzione speciale per Elia Suleiman con It Must Be Heaven, mentre la Palma d’Oro per il miglior cortometraggio è stata vinta da The Distance Between Us And The Sky di Vasilis Kekatos e, nella stessa categoria, menzione speciale per Monstruo Dios di Agustina San Martín. Nella sezione Un certain regard, il premio omonimo è andato a A Vida Invisível de Eurídice Gusmão di Karim Aïnouz.