La mostra allestita al Musée national Eugène-Delacroix di Parigi celebra l’atelier come cuore pulsante dell’attività artistica. Partendo dall’illustre esempio del “padrone di casa”.
Luogo di memoria per eccellenza, il Musée national Eugène-Delacroix di Parigi fa da cornice a una mostra affascinante, allestita fino al 30 settembre negli ambienti che un tempo ospitavano l’attività di Eugène Delacroix. Atelier dell’artista ottocentesco, il museo accoglie oggi una riflessione non soltanto sulla avvincente storia di Delacroix, ma anche sull’idea stessa di atelier come luogo deputato al processo creativo.
Complice la presenza di disegni e studi preparatori usati da Delacroix per la realizzazione delle sue opere, la rassegna Dans l’atelier, la création à l’œuvre approfondisce l’iter di lavoro dell’artista francese, illuminando i temi ricorrenti nella sua poetica e anche l’influenza da lui esercitata sulle generazioni successive o “subita” dai colleghi dell’epoca – da Théodore Géricault à Jean-Baptiste Carpeaux, da Théodore Chassériau a Paul Gauguin.
La mostra conta su importanti prestiti da parte di musei francesi e internazionali, come il Musée des Beaux-Arts d’Orléans, il Palais des Beaux-Arts di Lille, la National Gallery di Londra e la Kunsthalle di Amburgo, e anche sulla partecipazione di tre artisti contemporanei, invitati a innescare un dialogo con un luogo carico di storia.
Anne-Lise Broyer, Laurent Pernot e Jérôme Zonder, infatti, non si limitano a celebrare l’esistenza di uno spazio leggendario quale l’atelier di Delacroix, ma anche la sua attitudine a conservare l’energia creativa che lo caratterizza, trasformandosi in un ambiente quanto mai adatto allo sviluppo delle istanze dell’arte contemporanea.
[Immagine in apertura: Eugene Delacroix, Esquisse pour La liberté guidant le peuple – Musée du Louvre (dist. RMN-GP) Hervé Lewandowski]