Firenze, Cagliari e Milano stanno per ospitare le proiezioni dell'ultima opera di Pietro Mereu, un ritratto intenso dello speciale "clan dei ricciai", un gruppo di ex detenuti che porta avanti con orgoglio un'antica tradizione sarda.
Gesuino Banchero, Andrea Venturi, Massimo Senis, Simone Mattana, Bruno Banchero, Joe Perrino: sono loro i Ricciai, ovvero i componenti di uno “speciale” gruppo di pescatori di Cagliari, accomunati da qualcosa che è molto di più di un mestiere faticoso, profondamente legato alla tradizione sarda.
I Ricciai sono nati in contesti sociali difficili e violenti, finendo per diventare esponenti della “vecchia malavita cagliaritana”. Hanno avuto problemi con la giustizia, hanno vissuto in prima persona – e spesso per lungo tempo – l’esperienza della detenzione: un destino, per molti di loro, praticamente inevitabile.
Nei 70 minuti del documentario Il clan dei ricciai, in cui il regista Pietro Mereu racconta le loro storie, a emergere sono i loro sogni, le speranze per il futuro, il desiderio di riscatto, ma anche la distruzione, fisica e psicologica, conseguente il turbolento passato. La voglia di riprendersi la vita, dopo gli anni difficili e tormentati della detenzione che per molti sono impressi nell’anima – e altrettanto indelebilmente nel corpo, nella forma per esempio di tatuaggi – si scontra con il peso dell’esperienza detentiva e con la fatica di adattarsi alla nuova quotidianità.
Film riconosciuto “d’interesse culturale dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Direzione generale cinema“, il documentario realizzato con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission e del Comune di Cagliari – Fondo Filming Cagliari sta per approdare nei cinema italiani. A partire dal 12 maggio, infatti, verrà presentato a Firenze al Cinema La Compagnia; quindi a Cagliari il 15 maggio, al Cinema Greenwich, per poi approdare a Milano, al Cinema Mexico, il prossimo 20 maggio.
Prossimamente, anche i telespettatori di Sky Arte potranno infine conoscere questa avvincente narrazione: il documentario è atteso anche sul piccolo schermo.
“In questo film vedremo una Cagliari e una Sardegna mai vista, a metà strada tra il Sudamerica e il Mediterraneo. Colori accesi e zone degradate di una città
apparentemente borghese dominata dalla Massoneria, uomini con facce segnate dal
carcere e dalla sofferenza“, ha raccontato nelle note di regia lo stesso Mereu, che ha all’attivo numerose esperienze, nel cinema e in televisione.
La narrazione per immagini è affiancata dalla musica dell’artista cagliaritano Joe Perrino, “che ha dedicato ben due album alla malavita e che è il naturale cantastorie di questo Clan sui generis“, ha precisato il film maker, aggiungendo che “lo stile del Film è crudo come è la vita degli uomini segnati dal crimine, con un velo di romanticismo tipico dei mondi in estinzione come quello dei malavitosi cagliaritani“.