"Con Second Nature, vogliamo dare alla plastica una seconda vita", hanno dichiarato Panos Sakkas e Foteini Setaki, i designer fondatori di The New Raw, che hanno intrapreso un'altra importante sfida per sensibilizzare l'opinione pubblica in merito all'inquinamento dei mari.
La plastica contribuisce in maniera drammatica all’inquinamento dei mari. Tuttavia si tratta di un processo del quale si tende a non avere piena consapevolezza, fatta eccezione forse per chi vive nelle regioni costiere o è attivo in settori produttivi come la pesca e il trasporto marittimo: l’interesse generale su tale questione finisce per essere circoscritto a determinati periodi dell’anno o a specifiche esperienze.
Il duo di designer The New Raw, di base a Rotterdam, che di recente ha già fatto parlare di sé con il progetto Zero Waste Lab, promosso nella città greca di Salonicco, torna alla ribalta con l’azione di sensibilizzazione denominata Second Nature. Forti dell’appoggio della Aikaterini Laskaridis Foundation con sede ad Atene, i fondatori di The New Raw Panos Sakkas e Foteini Setaki hanno stretto una collaborazione con pescatori e sommozzatori greci, per raccogliere le reti da pesca sintetiche scartate, presenti sui fondali. Le cosiddette “ghost nets” sono annoverate tra i più letali detriti depositati nei nostri mari e oceani; costituiscono infatti una seria minaccia ambientale poiché, permanendo per lungo tempo sul fondo, finiscono per intrappolare pesci, mammiferi e altre creature marine.
La campagna Second Nature, attivata dai designer, comprende più fasi e iniziative. Insieme al pluripremiato documentarista Daphne Matziaraki è stato prodotto un cortometraggio, ambientato nel piccolo villaggio greco di Galaxidi: disponibile sulla piattaforma Vimeo, in appena 10 minuti rivela come la plastica marina possa tornare a essere una materia prima utile, in un’ottica di economia circolare.
Nel proprio laboratorio di stampa 3D e riciclaggio – inizialmente allestito proprio a Galaxidi – The New Raw sta poi lavorando per trasformare le reti recuperate in materiale grezzo adatto al processo di stampa 3D, classificando le “ghost nets” in base a diversi tipi di materia costituitivi. Gli obiettivi dell’operazione, che include la realizzazione di oggetti le cui superfici sono ispirate a motivi naturali che evocano lo strato esterno di cinque tipologie di conchiglie considerate “a rischio”, sono molteplici: dare una seconda vita ai rifiuti di plastica, diffondere i principi dell’economia circolare, migliorare l’ambiente e promuovere le specificità delle economie locali.
[Immagine in apertura: The New Raw, Second Nature, conchiglia Tonna Galea © The New Raw]