Tra le mostre più acclamate durante l’intensa settimana di apertura della Biennale di Venezia, la mostra monografica intitolata a Georg Baselitz ne ripercorre la carriera e il legame con l’Italia.
È una mostra densa e affascinante quella allestita presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia fino all’8 settembre. Merito del suo protagonista, Georg Baselitz, che porta nella sede espositiva lagunare una preziosa selezione di opere grafiche, dipinti e interventi scultorei realizzati nel corso dei decenni.
Curata da Kosme de Barañano, la monografica Baselitz – Academy si struttura attorno ad alcuni temi cardine della produzione dell’artista tedesco, affiancando lavori che spaziano dai disegni alla pittura senza dimenticare gli esiti plastici. Ritratti e nudi sono le linee guida di una mostra avvolgente, che immerge lo sguardo nella poetica di Baselitz, facendo emergere i suoi modelli e l’apporto da lui fornito alla storia dell’arte recente.
Formatosi in Germania, il giovane Baselitz vinse, negli anni Sessanta del secolo scorso, una borsa di studio di sei mesi a Firenze, a Villa Romana, entrando così in contatto in maniera diretta con gli antichi Maestri studiati sui libri. Giovanni di Paolo, Rosso Fiorentino e Jacopo da Pontormo sono solo alcuni dei punti di riferimento per Baselitz, che ne apprende la lezione declinandola nel proprio linguaggio pittorico.
Ne sono un esempio i nudi capovolti o le opere grafiche, nei quali l’artista si muove con agilità sul limite tra figurazione e astrazione, mantenendo un equilibrio e una consapevolezza formale che molto influiranno sulle generazioni successive. Emblematiche le parole del curatore: “Georg Baselitz è uno degli artisti più significativi della seconda parte del XX secolo e affronta il grande tema della pittura non riducendola alla sua essenza ma piuttosto attaccandone la convenzione”.
[Immagine in apertura: Baselitz – Academy, exhibition view, Gallerie dell’Accademia, Venezia, photo by Irene Fanizza – Artribune]