Il Guggenheim Museum di Bilbao ospita una suggestiva monografica dedicata alle marine dipinte da Gerhard Richter nel corso della sua carriera. Celebrandone la poetica al confine tra pittura e fotografia.
Dipinti o scatti? È questo il dubbio che assale lo sguardo di fronte ai Seascape di Gerhard Richter, in mostra al Guggenheim Museum di Bilbao fino al 9 settembre nell’ambito della mostra omonima. La risposta, a onor del vero, non è univoca, poiché la produzione dell’artista tedesco affonda le radici al confine tra i due linguaggi, nel solco della fotopittura.
Le opere esposte a Bilbao, che punteggiano la rassegna curata da Lucía Agirre, utilizzano il registro dell’illusione percettiva, offrendo allo spettatore la possibilità di immergersi in orizzonti marini pittorici non distanti da uno scatto ben orchestrato. È la stesura del colore a mettere in luce la vera natura delle opere, nelle quali il cielo e la superficie dell’acqua sono protagonisti di un dialogo sempre nuovo.
Realizzati a partire dagli anni Sessanta, i dipinti in mostra rivelano i modelli di riferimento per Richter – uno su tutti, il fotografo ottocentesco Gustave Le Grey, che prima di lui utilizzò collage di due diverse fotografie, una del mare e una del cielo. Da non dimenticare anche il “debito” nei confronti del Romanticismo, ben esemplificato dai capolavori pittorici di Caspar David Friedrich, omaggiato da Richter in maniera consapevole.