Elton John si racconta in un lungo articolo sul Guardian e parla del complesso percorso per portare sul grande schermo il biopic a lui dedicato.
In attesa dell’uscita nei cinema italiani di Rocketman il prossimo 29 maggio, Elton John si racconta in un lungo articolo sul quotidiano inglese The Guardian e parla del complesso percorso per portare sul grande schermo il biopic a lui dedicato. “Guardare qualcun altro che interpreta te, vedere cose che ricordi accadere di nuovo davanti ai tuoi occhi, è davvero molto strano, sconvolgente, è come fare un sogno incredibilmente vivido”, scrive di suo pugno il cantante britannico.
“La storia di come sono finito al cinema, piangendo alla vista della mia famiglia 60 anni fa, è lunga e complicata. E inizia, naturalmente, con una donna transgender nuda con scintille che volano fuori dalla sua vagina”. La donna transessuale in questione è Amanda Lepore, modella, cantante e artista performativa, comparsa in molti cortometraggi diretti da David LaChapelle per la residenza a Las Vegas di John: opere filmiche, sostiene Elton, solo vagamente basate su fatti realmente accaduti nel corso della sua vita. “Se avessi intenzione di fare un lungometraggio su di me, quello sarebbe il modo giusto di farlo”, ha concluso Elton John.
L’artista, infatti, ha dichiarato di non essere mai stato molto interessato a guardare retrospettivamente alla propria carriera: il pensiero ha iniziato ad affacciarglisi alla mente quando sono arrivati i suoi due figli – Zachary ed Elijah – ed Elton John si è trovato a desiderare che, una volta cresciuti, potessero vedere la sua “versione” della vita che ha vissuto.
Certo, alcuni produttori nel corso degli anni gli hanno consigliato di stemperare gli eventi legati a sesso e droga, per far sì che il film non venisse sottoposto al parental control, ma in questo l’artista si è mantenuto di una sincerità adamantina: “Semplicemente, non ho condotto una vita la cui visione è consigliabile a un pubblico di minori”.