Gli elementi peculiari del linguaggio architetto del Maestro svizzero - dai pilotis all'uso del béton brut; dalla complessità spaziale allo studio della luce - sono stati oggetto di indagine, confluita in un libro e in una mostra, dello storico e critico dell’architettura, fotografo e curatore Emanuele Piccardo.
Sono realizzate dal fotografo e critico d’architettura Emanuele Piccardo le opere esposte, a partire dal 25 maggio, negli spazi di Refin Studio, a Milano, in occasione della mostra Looking at Le Corbusier. Visitabile fino al 7 giugno e inaugurata con un incontro di approfondimento a cura dello stesso Piccardo e dello storico dell’architettura Tim Benton, l’esposizione riunisce gli esiti di un progetto di ricerca interamente dedicato all’opera del noto architetto franco-svizzero.
Con l’obiettivo di definire un’iconografia visiva alternativa della produzione del grande Maestro del Movimento Moderno, Piccardo ha visitato e documentato con il mezzo fotografico alcuni degli edifici più rappresentativi dell’intera carriera di Le Corbusier: dalla chiesa Notre Dame du Haut a Ronchamp al sistema delle Unitè d’habitation a Marsiglia, Nantes e Firminy; da Ville Savoye a le Maisons Jaoul, fino al Couvent de la Tourette. L’ultima tappa del suo itinerario è stato Roquebrune Cap Martin, luogo di ispirazione dell’architetto.
Interessato alla relazione tra l’architettura, la sua rappresentazione e l’interpretazione fotografica, suo ambito di ricerca da un decennio, Piccardo – direttore della rivista digitale di architettura archphoto.it – ha curato il progetto editoriale Looking at Le Corbusier, la cui introduzione è stata curata da Benton.
“Come Hervé, Piccardo gioca con la geometria del quadrato, allineando le diagonali e alterando la prospettiva; molte delle sue immagini sono frontali, ma lui preferisce utilizzare una vista leggermente inclinata per suggerire profondità e creare contrasto con il gioco formale di linee e piani, restituendo, in questo modo, un’immagine più fresca di Le Corbusier“, ha scritto lo storico, analizzando questi scatti.
Anche la stessa sede della mostra è interessante dal punto di vista architettonico: situato nel cuore di Brera e parte integrante del circuito Open House Milano, venne ristrutturato nei primi anni Novanta dallo Studio Sottsass Associati.
[Immagine in apertura: Le Corbusier, Couvent de la Tourette. Copyright: FLC/Emanuele Piccardo. Immagine nell’articolo: Le Corbusier, Unitè d’habitation di Marsiglia. Copyright: FLC/Emanuele Piccardo]