Prende le mosse dal legame tra arte e industria l’inedita triennale di Dunkirk, città portuale francese che sta per accogliere un focus sulla creatività d’oltralpe, dal 1947 ai tempi recenti.
È una triennale inedita e di proporzioni davvero imponenti, quella che sta per prendere forma a Dunkirk, in Francia. La città portuale, dal 4 maggio di quest’anno al 4 gennaio 2020, accoglierà una serie di installazioni e interventi artistici ispirati al legame tra creatività e industria, all’insegna del gigantismo. Gigantisme – Art & Industrie affonda appunto le radici nella storia economica di Dunkirk, focalizzando l’attenzione sugli esiti artistici della modernità, dal 1947 al 1989, con un occhio di riguardo per l’area francese.
Più di 200 opere, provenienti da raccolte pubbliche e private, saranno allestite su una superficie di oltre 4mila metri quadrati, che coinvolgerà tre luoghi chiave di Dunkirk: Halle AP2, FRAC Grand Large ‒Hauts-de-France e il museo d’arte contemporanea LAAC.
In particolare, Halle AP2 ospiterà lavori fuori scala, che sottolineano la passione tipicamente umana per il gigantismo, mentre quest’ultimo rivelerà la sua dimensione quotidiana nelle opere esposte presso FRAC Grand Large – Hauts-de-France. Infine, il LAAC farà da cornice a una riflessione sui processi che conducono alla messa a punto di un intervento artistico e sull’influenza esercitata dal modello americano.
Strutturata in 5 capitoli, la triennale include opere firmate da artisti del calibro di Daniel Buren, Victor Burgin, Christo, Tony Cragg, Yves Klein, Piero Gilardi, Liam Gillick, Dadamaino e Carla Accardi.
[Immagine in apertura: Steve Abraham e Nicolas Messager, Ce qu’il reste, des champs de ruine naitront des champs de coquelicots, 2019]