Attraverso un foro già esistente, il torso del kouros di Lentini e la Testa Biscari sono stati assemblati e ricomposti. Dopo Palermo, è ora la città di Catania ad accogliere l'esposizione di questa "scultura ritrovata".
Per comprendere le premesse scientifiche alla base del progetto espositivo Il kouros ritrovato, visitabile fino al 3 novembre al Museo Civico di Castello Ursino di Catania, è essenziale fare un passo indietro nel recente passato. La rassegna, infatti, costituisce l’occasione per ammirare, finalmente assemblati, il torso del kouros di Lentini e la Testa Biscari.
Il ricongiungimento delle due opere, che ha a lungo alimentato il dibattito nella comunità scientifica di riferimento, è stato effettuato in seguito alle indagini petrografiche e geochimiche promosse dall’associazione LapiS (Lapidei Siciliani) nel 2011.
Gli esiti hanno indirizzato gli specialisti verso la restituzione dell’integrità di questo lavoro artistico, poiché è emerso che entrambi gli elementi sono stati ricavati da uno stesso blocco di marmo, prelevato nell’isola greca di Paros. In assenza di materiali lapidei così pregevoli, in Sicilia erano infatti comuni i traffici di blocchi di marmo pario dalle Cicladi, poi destinati alle botteghe degli scultori locali.
Il progetto di valorizzazione del Kouros è stato curato dall’ex Assessore ai Beni Culturali della Regione Sebastiano Tusa, prematuramente scomparso nel disastro aereo del volo Ethiopian Airlines 302, lo scorso mese di marzo. Dopo la tappa a Palermo, Il kouros ritrovato è ora a Catania, seguendo il filo della ricerca dello stesso Tusa, per il quale il congiungimento costituiva “un vero e proprio nuovo ritrovamento archeologico“.
D’ora in poi l’opera verrà concepita come una realtà unitaria; prossimamente sarà in esposizione a Siracusa, al Museo archeologico Paolo Orsi.
[Immagine in apertura: photo by Associazione LapiS]