Video e fotografia si intrecciano e contaminano nelle opere dell'artista statunitense Alex Prager. Fino al 4 settembre la mostra in apertura al Foam di Amsterdam ripercorrere dieci anni di attività.
Classe 1979, Alex Prager è un artista statunitense autodidatta. Come mette in evidenza la sua biografia, il punto di svolta della sua carriera è arrivato con l’esposizione di un’opera alla mostra MoMA New Photography: era il 2010. Grazie alla serie Compulsion, due anni più tardi è stato insignito del Foam Paul Huf Award, prestigioso riconoscimento internazionale assegnato a fotografi under 35.
La personale Silver Lake Drive, al via il 14 giugno negli spazi di Foam, rappresenta dunque il suo ritorno nell’istituzione di Amsterdam. Visitabile fino al 4 settembre, ricostruisce 10 anni di lavoro, unendo opere fotografiche e cinematografiche.
Legandosi alla tradizione fotografica di William Eggleston, Diane Arbus e Cindy Sherman, autori che hanno saputo magistralmente osservare e restituire “l’indeterminabile momento quotidiano“, Prager si ispira a ciò che lo circonda, esperienze personali, fotografia di strada, cultura pop e film.
Utilizza una serie di elementi stilistici che ricordano vari generi cinematografici – noir, thriller, melodramma e crime fiction – ricorrendo spesso a soggetti femminili e impiegando colori saturi per esplorare argomenti invece “oscuri”. Seducente e inquietante allo stesso tempo, il suo lavoro viene ampiamente analizzato da questo progetto espositivo, in occasione del quale viene anche presentato il suo film più recente.
Intitolato La Grande Sortie, è composto da fotografie e spezzoni video accomunati dal medesimo sfondo, l’Opera Bastille a Parigi. Lo spettatore è invitato a intraprendere un viaggio attraverso le contrastanti emozioni che la prima ballerina Emilie Cozette sperimenta durante le sue performance.