Nell’anno del suo bicentenario, il Museo del Prado di Madrid apre le porte alla mostra "Fra Angelico and the rise of the Florentine Renaissance": un'occasione di riscoperta della produzione dell’artista e dei suoi "colleghi" Masaccio, Masolino, Filippo Lippi, Ghiberti, Donatello e Brunelleschi a Firenze, nei primi anni del Rinascimento.
La conclusione dell’intervento di restauro condotto sull’Annunciazione del Beato Angelico, appartenente alla collezione permanente del Museo del Prado, ha rappresentato il preludio per il grande progetto espositivo focalizzato sul primo Rinascimento fiorentino promosso dall’istituzione spagnola a 200 anni dalla sua fondazione.
In occasione della mostra Fra Angelico and the Rise of the Florentine Renaissance, che il prestigioso museo madrileno accoglie fino al 15 settembre prossimo, oltre 80 opere compongono il percorso espositivo curato da Carl Brandon Strehlke del Philadelphia Museum of Art. Concesse da più di 40 istituzioni, europee e americane, ricostruiscono la figura del Beato Angelico, inserendola nel vivace panorama artistico che contraddistinse Firenze tra il 1420 e il 1430 circa.
Tra i maestri dei primo Rinascimento fiorentino, Fra Angelico – noto in Italia anche come Beato Angelico; al secolo, Guido di Pietro – si formò come pittore proprio nella città d’arte toscana, animata in quel periodo da importanti commesse pubbliche in ambito scultoreo e architettonico, che generarono un rinnovato interesse verso l’antichità classica.
La sua vicenda biografica e il profilo artistico vengono tratteggiati lungo le sette sale in cui è articolata la mostra. Si comincia con le primissime esperienze all’interno della bottega di Lorenzo Monaco, dal quale apprese la raffinatezza dello stile gotico. Non solo artista, Beato Angelico entrò nel 1417 in una confraternita religiosa, a San Domenico a Fiesole. Lo speciale “status” di monaco non gli impedì di collaborare con altri artisti e, successivamente, di dirigere a sua volta un grande laboratorio nel quale venivano eseguiti dipinti sia per le chiese, sia su richiesta di committenti privati.
Risale proprio a questa fase – ed era destinata al suo monastero di riferimento – la pala d’altare con L’Annunciazione conservata al Museo del Prado, che costituisce il fulcro della mostra. Si tratta di un lavoro, risalente alla metà del 1420, di notevole rilievo: per gli storici, infatti, è “la prima pala d’altare fiorentina in stile rinascimentale in cui è stata utilizzata la prospettiva per organizzare lo spazio“. Non solo: in questo dipinto, “l’arcata gotica viene abbandonata a favore di una struttura più ortogonale, seguendo i precetti favoriti dal Brunelleschi“. L’arrivo in Spagna dell’Annunciazione avvenne nel 1611: probabilmente fu la prima opera dell’artista a lasciare l’Italia, mentre La Vergine della Melagrana, anch’essa in mostra, è stata acquistata dal museo spagnolo nel 2016, grazie alla collaborazione con la Fundación Amigos del Museo del Prado.
Alla mostra è associato un catalogo curato da Carl Brandon Strehlke, già autore di numerosi studi sui Maestri del Rinascimento del XV secolo; oltre a due saggi, è incluso un testo di Ana González Mozo, esperta di tecniche pittoriche italiane, focalizzato sulle scoperte emerse nel corso dello studio tecnico intrapreso sull’Annunciazione.
[Immagine in apertura: Fra Angelico and the Rise of the Florentine Renaissance, exhibition view. Photo © Museo Nacional del Prado]