La fotografia di David LaChapelle alla Reggia di Venaria

16 Giugno 2019

The Holy Family whith St. Francis, 2019 © David LaChapelle

Con i suoi scatti ha rivoluzionato i dettami della fotografia recente, scardinando gli stereotipi legati all’estetica kitsch e trasformandoli in una dichiarazione di poetica dai rivolti profondi. Stiamo parlando di David LaChapelle, protagonista della mostra Atti divini allestita, dal 14 giugno al 6 gennaio 2020, presso la Citroniera delle Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria.

70 opere di grande e grandissimo formato ripercorrono la carriera del fotografo americano, noto in tutto il mondo per la capacità di indagare elementi naturali e umani calandoli in paradisi dai contorni distopici eppure estremamente verosimili, oltre al talento nel mescolare richiami visivi alle icone del presente e alla storia dell’arte.

Ne sono un esempio Rape of Africa (2009) che immortala Naomi Campbell come una Venere di Botticelli sullo sfondo delle miniere d’oro dell’Africa e Showtime at the Apocalypse (2013), un ritratto della famiglia Kardashian che rappresenta non solo la famiglia in sé, ma anche le paure, le ossessioni e i desideri annidati in essa.

Le raffinerie e le scintillanti stazioni di servizio dominano le serie Land SCAPE (2013) e Gas, dello stesso anno, mentre in Deluge il riferimento è alla Cappella Sistina michelangiolesca, riletta usando come chiave di lettura un malinconico disincanto contemporaneo, unito a un innegabile senso della fine.
Atti divini, a cura di Denis Curti e di Reiner Opoku, presenta per la prima volta alcune opere inedite della nuova serie intitolata New World (2017-19), una sorta di utopia tropicale nella quale riecheggia un forte senso di spiritualità.