Prima grande mostra in un museo italiano per il fotografo Guido Guidi, che presenta al MAN di Nuoro una selezione di 250 scatti inediti, dedicati al suo legame con la terra sarda.
Unisce racconto antropologico, paesaggistico e una ricognizione sul medium fotografico, la mostra Guido Guidi – IN SARDEGNA: 1974, 2001, prima monografica in un museo italiano del fotografo originario di Cesena.
Curata da Irina Zucca Alessandrelli e allestita fra le sale del MAN di Nuoro, la rassegna evoca il legame tra Guidi e il territorio sardo, lungo un arco temporale di 40 anni.
Scatti in bianco e nero e immagini a colori si alternano e punteggiano una linea cronologica che prende avvio dal 1974 – quando si verificò il primo contatto tra il fotografo e la regione – e il 2001, anno di una importante committenza da parte dell’ISRE ‒ Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna, che ha collaborato alla riuscita della mostra visitabile dal 21 giugno al 20 ottobre.
250 scatti inediti, ristampati dall’autore per l’occasione, mettono in evidenza la poetica di Guidi che, con una formazione in ambito architettonico maturata allo IUAV di Venezia, si è poi votato al linguaggio dell’obiettivo. Il riferimento al paesaggio e alla trame architettoniche di cui è composto non abbandonerà mai Guidi, che nel corso degli anni ha partecipato a progetti di documentazione del territorio e delle sue trasformazioni.
Non solo fotografo ma anche docente all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, allo IUAV di Venezia e all’ISIA di Urbino, Guidi ha esposto le sue opere in numerose sedi internazionali come la Fondazione Cartier-Bresson e il Centre Pompidou di Parigi, la Biennale di Venezia, il Guggenheim Museum e il Whitney Museum di New York, il Canadian Centre for Architecture di Montreal e il Fotomuseum di Winterhur.
[Immagine in apertura: Guido Guidi, Sardegna, Maggio 1974, stampa ai sali d’argento]