La mostra estiva promossa dal Jeu de Paume di Parigi è dedicata agli scatti di Sally Mann. Un viaggio alla scoperta dell’America del Sud che è anche un racconto, dei legami familiari e umani che costellano l’esistenza.
Si intitola A Thousand Crossings la prima retrospettiva di Sally Mann, ospite del Jeu de Paume di Parigi fino al 22 settembre. Americana, classe 1951, la fotografa ha trascorso gli ultimi decenni della sua carriera immortalando il paesaggio, fisico ed emotivo, che la circonda, dando vita a scatti carichi di poesia ma anche di grande lucidità.
Curata da Sarah Greenough e Sarah Kennel, la mostra è organizzata in 5 sezioni ‒ Family, The Land, Last Measure, Abide with Me e What Remains ‒ che sono altrettanti punti di ancoraggio concettuali della poetica di Mann. L’autrice indaga i temi del desiderio, della memoria, della morte, dei legami familiari, ma anche dell’indifferenza e del razzismo, calandoli nelle atmosfere dell’America del Sud, ben noti all’artista.
Evocativa e, in un certo senso “poetica”, la fotografia di Mann non mira a restituire la realtà in maniera “oggettiva”, ma a coglierne gli aspetti meno immediati; trovando nella letteratura e nella poesia, appunto, una preziosa fonte di ispirazione.
[Immagine in apertura: Sally Mann, Gorjus, 1989, Gelatin Silver print. Sayra and
Neil Meyerhoff © Sally Mann]