A partire dal 22 giugno, il primo parco per l'arte contemporanea fotografica in Sicilia, situato in provincia di Siracusa, propone una serie di nuovi appuntamenti espositivi che si protrarranno per tutta l'estate.
Aperto nel 2018, nei trenta ettari della Tenuta Busulmone in Val di Noto, il primo parco per l’arte contemporanea fotografica in Sicilia si appresta ad accogliere i visitatori in occasione di Photology AIR 2019-2020. Dopo il debutto dello scorso anno, questo progetto di ricerca prosegue nel segno della coscienza ambientale, con un’edizione contrassegnata dal titolo Preservaction. Le opere selezionate invitano a riflettere sulla “rappresentazione artistica della natura come via di preservazione e tutela, perché la Natura, da sempre fonte di ispirazione per gli artisti di qualsiasi disciplina, è lei stessa un’opera d’arte“.
In linea con questa premessa si collocano le due grandi installazioni site-specific collocate all’esterno di Tenuta Busulmone, ovvero l’allegorico piccione in betulla e cavi di metallo Dissuasore di Franco Perrotti e la scultura 2 teste eseguita dal duo composto da Monica Cuoghi e Claudio Corsello ricorrendo esclusivamente a materiali locali.
All’interno del parco artistico, l’attenzione torna a concentrarsi sulla fotografia in particolare con Planta Manent di Francesca Romana Gaglione, un’esperienza di walking to art tra 15 istallazioni fotografiche site-specific accomunate dal medesimo soggetto, la flora locale. Alla base di questo lavoro c’è il processo di catalogazione fotografica intrapreso dall’artista alla ricerca degli endemismi puntiformi dell’area circostante la Tenuta Busulmone.
Fino al 3 novembre, il percorso di visita include il progetto Land Art in America di Gianfranco Gorgoni e le opere di Gian Paolo Barbieri, Angelo Candiano, Mario Giacomelli e Jack Pierson comprese nella zona espositiva coperta Belvedere Collectors -Project Room with a View, pensata per i collezionisti e gli amanti della fotografia d’arte.
[Immagine in apertura: Gian Paolo Barbieri, Tartaruga, Seychelles 2004, courtesy Fondazione Gian Paolo Barbieri]