Il Fotomuseum Winterthur dedica una suggestiva monografica all’artista francese, puntando i riflettori sui nodi tematici della sua poetica: l’assenza, la memoria e l’atto del dimenticare.
Fino al 25 agosto il Fotomuseum Winterthur ospiterà Un certain regard, il focus monografico intitolato a Sophie Calle, artista parigina classe 1953, impegnata da anni in una ricerca al confine tra immagine filmica e fotografica, dalla quale emerge un profondo interesse nei confronti di tematiche universali come l’assenza, il ricordo e il gesto – così umano – del dimenticare.
La mostra riunisce 5 serie innestate sulla rappresentazione dell’assenza attraverso un mix di impulsi visivi e di parole scritte, ripercorrendo in maniera inedita i lavori realizzati nell’arco degli ultimi decenni.
In Les aveugles (1986) l’artista ha chiesto a persone non vedenti di descrivere il proprio concetto di bellezza, mentre in La dernière image (2010) la Calle ha intervistato un gruppo di persone di Istanbul che hanno perso la vista, domandando loro quale fosse l’ultima immagine osservata prima del tragico evento.
In Que voyez-vous? (2013) l’artista punta lo sguardo sull’assenza concreta degli oggetti, a partire dalle 13 opere rubate, nel 1990, dall’Isabella Stewart Gardner Museum in Boston e dalle teche lasciate volutamente vuote dal museo, laddove prima erano in mostra i lavori sottratti. Il non-luogo è invece il tema cardine di Detachment (1996), spazi ormai vuoti nel contesto urbano, dove un tempo svettavano monumenti e simboli.
Infine Parce que (2018) innesca un dialogo con lo spettatore, invitato a scostare la tenda che nasconde una serie di fotografie solo dopo aver letto i motivi che hanno condotto la Calle a realizzarle. Ancora una volta, a dominare sono la dialettica parola-immagine e le tante sfumature dell’assenza.
[Immagine in apertura: Sophie Calle, Que voyez-vous ? Portrait d’un couple. Rembrandt, 2013 © Sophie Calle / ADAGP Paris 2019; Photo: Claire Dorn / Courtesy Perrotin]