Fino al 18 luglio, l'artista cinese-americano resterà in mostra alla Accesso Galleria di Pietrasanta, con una decina di lavori particolarmente rappresentativi del suo stile che vuole cogliere "le fragili connessioni tra persone e cultura".
Non è una città qualsiasi, quella in cui si svolge la prima personale italiana dell’artista Warren King. Figlio di migranti cinesi, cresciuto nel Midwest americano e formatosi in Ingegneria Civile al MIT – Massachusetts Institute of Technology, King espone infatti i suoi lavori a Pietrasanta, nota località in provincia di Lucca, nel cuore della Versilia, profondamente legata alla lavorazione del marmo e alla produzione artistica.
A partire dal 16 giugno, gli spazi della Accesso Galleria saranno sede di Memorie tramandate: circa 10 le opere in cartone ondulato e inchiostro – sculture e bassorilievi di medie e grandi dimensioni – esposte, considerate tra le più rappresentative della sua carriera. Appartengono sia alle serie Idols, relativa agli idoli buddisti, sia a Imperial Portraits, che rimanda ai ritratti dei sovrani imperiali.
Interessato a esplorare i punti di contatto tra la cultura orientale e quella occidentale, King prova a “comprendere le fragili connessioni tra persone e cultura“, come lui stesso ha dichiarato, concependo la pratica artistica come “un mezzo per capire come l’influenza delle radici culturali resista agli effetti della migrazione e possa essere percepita al di là di vastità di tempo e spazio“. Legati probabilmente alla sua formazione ingegneristica sono sia l’idea di concepire la scultura come “costruzione”, sia l’impiego del cartone come mezzo espressivo, talvolta ulteriormente “marcato” da una patina di inchiostro rosso, evocativo della tipica laccatura cinese.
[Immagine in apertura: Warren King, The Emperor Takes Five, 2018, cartone ondulato e inchiostro]