Rigoletto, diretto da Alessio Pizzech, e Il barbiere di Siviglia, per la regia di Federico Grazzini, sono i due spettacoli prodotti dal Teatro Comunale di Bologna che saranno presentati in Giappone, in occasione della tournée al via questo fine settimana.
Sono Nagoya, Osaka, Otsu, Tokyo, Yokohama e Fukuoka le città del Giappone in cui il Teatro Comunale di Bologna farà tappa nel corso della tournée al via il 15 giugno. Rigoletto di Giuseppe Verdi e Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini sono i due capolavori che Alberto Gazale, Celso Albelo, Desirée Rancatore, Antonino Siragusa, Roberto De Candia, Serena Malfi e gli altri interpreti proporranno nel corso della trasferta nipponica, che si protrarrà fino al 26 giugno.
Non è la prima volta che il TCBO vola fin nel Paese del Sol Levante per proporre il meglio del repertorio operistico italiano. La tournée al via questo fine settimana, infatti, è l’ottava di una “tradizione” avviata nel 1993.
Nelle due produzioni del teatro bolognese scelte quest’anno, proposte negli allestimenti firmati rispettivamente da Alessio Pizzech e da Federico Grazzini, con la direzione di Matteo Beltrami e Federico Santi, sono complessivamente coinvolte 110 maestranze; 4 i container con gli allestimenti inviati in Giappone.
Ad aprire il ciclo delle esibizioni sarà Rigoletto, nella “versione” di Pizzech, che dopo il debutto all’Aichi Art Center di Nagoya sarà riproposto alla Biwako Hall di Otsu, il 18 giugno, e alla Bunkamura Orchard Hall di Tokyo il 21 e il 23 giugno.
“In questa edizione rivista – ha raccontato il regista – la deformità di Rigoletto è fisica. A causa di una malformazione il protagonista è impossibilitato ad usare un braccio, che viene coperto da un elemento decorativo con cui per tutta l’opera egli gioca, esibendo e nascondendo questa deformità, facendola diventare il centro di uno spettacolo crudele e circense. In realtà l’emergere di questa deformità fisica, che rende difficilissimo per lui compiere anche gesti come accarezzare, baciare, portare qualcosa o abbottonarsi, rivela il dolore interiore vissuto da Rigoletto“.