Statuette, oggetti di uso quotidiano, amuleti, vasi, statue: sono oltre 70 i reperti archeologici esposti a Cecina in occasione della mostra che racconta l'evoluzione della raffigurazione della nudità nelle antiche civiltà.
Come è stato rappresentato il corpo umano, nelle culture mesopotamica, egizia, greca, etrusca e romana? A ripercorrere l’evoluzione della raffigurazione della nudità è la mostra Nudo! Tesori del Museo delle Antichità di Basilea, in corso alla Fondazione Culturale Hermann Geiger di Cecina (Livorno) fino al 12 ottobre.
Gli oltre 70 reperti selezionati dal curatore Tomas Lochmane per questo progetto espositivo, ideato dal Museo delle Antichità di Basilea e Collezione Ludwig, consentiranno di approfondire una specifica tematica comune a tutte le antiche culture mediterranee e mediorientali.
Tra analogie e specificità, la mostra illustra le diverse motivazioni – di natura religiosa, politica o sociale – alla base della restituzione artistica della figura umana. Uomini, donne, eroi e divinità sono stati tra i soggetti ricorrenti per gli artisti del passato e la nudità era spesso associata a messaggi diversi da quelli attuali.
La raffigurazione di soggetti senza veli, infatti, non era sinonimo di erotismo; piuttosto il corpo nudo era impiegato per veicolare “un ampio ventaglio di significati che esaltano il soggetto in quanto invincibile, eroico, immortale, vulnerabile, sensuale o in comunione perfetta con la Natura“.
Accompagnata da un catalogo bilingue e visitabile ad accesso gratuito, Nudo! Tesori del Museo delle Antichità di Basilea include nel proprio percorso di visita autentici capolavori. Tra questi, emergono – per antichità e pregio – un idolo femminile della cultura di Halaf, databile al V millennio a.C., considerato come una delle prime rappresentazioni umane conosciute, e un fondo di sarcofago egizio sul quale venne realizzata la dea Nut, le cui forme femminili evidenti erano associate all’idea di fertilità. Esposta, tra gli altri reperti, anche una statua greca in marmo che raffigura la dea della bellezza Afrodite nell’atto di asciugarsi i capelli, appena uscita dall’acqua.
[Immagine in apertura: Satiro ed ermafrodito, calco di copia romana in marmo di un’opera ellenistica, II secolo a.C.]