Ancora una volta, la Rocca Roveresca di Senigallia si apre all'arte dello scatto: fino al 31 agosto rende omaggio all'artista considerato il "massimo esponente italiano di quella corrente artistica che utilizza la fotografia istantanea per esprimere la propria creatività".
A un anno dal progetto espositivo che ha riunito insieme le nuove acquisizioni dell’Archivio italiano dell’autoritratto fotografico, continua a rafforzarsi il “legame” tra la Rocca Roveresca di Senigallia, in provincia di Ancona, e l’arte fotografica.
Dal 2 al 31 agosto, sarà infatti possibile visitare l’antologica che ricostruisce la carriera di Maurizio Galimberti, curata da Denis Curti.
Classe 1965, l’artista originario di Como è noto soprattutto per i suoi peculiari ritratti e per “la particolarità di proporre il soggetto fotografato in composizioni realizzate da tante tessere o tasselli, tutti della stessa dimensione, ma di numero variabile tra un’opera e l’altra“, come ha sottolineato il curatore.
In occasione della mostra marchigiana viene presentata una selezione di opere, considerate tra le più rappresentative della sua produzione, provenienti dal proprio archivio e da collezioni private. Nel percorso di visita, il genere della ritrattistica è ampiamente documentato, come testimoniano gli scatti nei quali Galimberti ha immortalato Umberto Eco, Lalla Romano, Lucio Dalla, Loredana Bertè, Robert Altman e altri personaggi, sempre secondo l’ormai riconoscibile impostazione “a mosaico”.
In mostra anche opere in cui l’artista “fa propria” la tecnica duchampiana del prelievo di oggetti appartenenti alla vita quotidiana per avanzare una rielaborazione secondo il suo distintivo stile e una serie di fotografie di viaggio, scattate sia a New York, sia nell’ambito del cosiddetto Progetto Emilia. Prime Istantanee, che è ancora in buona parte inedito.
[Immagine in apertura: Maurizio Galimberti, Carlo Verdone, 55. Mostra del cinema di Venezia, 1998]