Aperta fino al 5 ottobre prossimo, la mostra "Sui generis: Autoritratti" è un invito a riflettere sulla relazione tra corpo e spazio negli spazi de Le Murate. Progetti Arte Contemporanea.
Con Sui generis: Autoritratti gli ambienti de Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, a Firenze, accolgono un progetto espositivo che affianca le opere dell’artista italiana Chiara Camoni a quelle della collega Bettina Buck, scomparsa a Berlino nel 2018.
Curata da Cecilia Canziani, la mostra è l’esito di un peculiare percorso intrapreso un anno fa, volto a indagare “nuove modalità del ‘fare artistico’“, come ha raccontato Valentina Gensini, che dirige Le Murate, e concepito per sviluppare non solo un momento espositivo, ma per sperimentare “forme di maggiore respiro, arricchite da un dialogo aperto e in divenire e da una riflessione che ha gelosamente preteso una cadenza temporale lunga e articolata“.
Aperta fino al 5 ottobre prossimo, Sui generis: Autoritratti giunge dunque a conclusione di un itinerario che ha previsto letture collettive, una lecture pubblica e, infine, un’azione collettiva di lavoro al telaio. Durata mesi, ha visto impegnate artigiane, artiste e curatrici che insieme hanno dato vita a un tappeto, incluso nel percorso espositivo.
Quest’ultimo è caratterizzato dalla presenza delle opere di Chiara Camoni e Bettina Buck, che con modalità e tecniche distinte invitano a riflettere “sulla relazione tra corpo e spazio, sul modo in cui i corpi costruiscono ambienti, i gesti generano mondi, i mondi raccontano relazioni“.
A ripercorre il processo che ha preceduto la fase espositiva è stata la stessa Canziani, che in una dichiarazione ha ricordato come “nel corso dei seminari abbiamo ragionato attorno all’idea di genere come asimmetria, di lavoro e pensiero come pratiche collettive a partire dalla condivisione di un tempo dedicato e di uno spazio. Lo spazio nel quale abbiamo lavorato è quello de Le murate, che in origine è stato un convento di clausura, dunque luogo di separazione dal mondo, ma anche di relazione, di vita comune e di emancipazione attraverso la lettura e l’artigianato. In questo senso la nozione di spazio domestico, di spazio abitato e non astratto, di spazio da costruire è alla base dei seminari e della mostra.”
[Immagine in apertura: Chiara Camoni, Senza titolo – Vasetti, 2018]