Secondo appuntamento con la rassegna che porta nella città trapanese il meglio della fotografia internazionale. Tra esposizioni, talk e allestimenti open air.
È una delle città artisticamente più note al mondo e ora i riflettori sono nuovamente puntati su di lei, grazie a una kermesse dedicata al linguaggio dell’obiettivo. Stiamo parlando di Gibellina Photoroad, la rassegna che, sino al 31 agosto, renderà omaggio ai grandi talenti internazionali della fotografia.
Primo e unico festival di fotografia “open air e site-specific” d’Italia, Gibellina Photoroad quest’anno si ispira al tema della finzione, da sempre connesso all’universo della creatività. Sono più di 30 gli artisti confluiti nella città siciliana per animare le 32 mostre in programma. Il ricco parterre di ospiti include personalità del calibro di Joan Fontcuberta, autore di un murale composto di 6075 mattonelle di immagini, selfie, foto di vacanze inviate all’artista dai gibellinesi, e Moira Ricci, che ha coinvolto la popolazione accedendo agli archivi fotografici delle famiglie locali e dando vita a un collage di forte impatto visivo.
Lo storico legame tra Mario Cresci e il Belice è invece al centro della installazione firmata dall’artista per Piazza Beuys. Fabula ’68-’18 è una striscia di 50 metri formata da un mosaico di visioni che connettono il 1968 – anno del terremoto che sconvolse il Belice – e il 2018 – anno in cui Cresci ricordò il tragico evento, a mezzo secolo di distanza.
Non manca un omaggio a Pietro Consagra, autore della Porta del Belice, la stella di 24 metri in acciaio inox che accoglie i visitatori all’ingresso di Gibellina, nonché progettista del Teatro che porta il suo nome, rimasto incompiuto. E affonda le radici nell’incompiuto la ricerca del collettivo Alterazioni Video, il quale, in oltre dieci anni, ha raccolto molteplici testimonianze di architetture incompiute sul territorio italiano.
[Immagine in apertura: Terje Abusdal, dalla serie Slash and Burn]