La Fondation Cartier pour l’art contemporain sta per alzare il sipario su una mostra dedicata all’importanza degli alberi nell’ecosistema globale. Offrendo al pubblico la possibilità di assistere a un affascinante dialogo fra arte e natura.
Si intitola Trees la mostra che, dal 12 luglio al 5 gennaio, animerà gli ambienti della Fondation Cartier pour l’art contemporain di Parigi. Protagonisti assoluti gli alberi, appunto, organismo sempre più vessato dall’attività umana eppure elemento imprescindibile per l’equilibrio dell’intero ecosistema. La rassegna riaccende il dibattito su questo tema, riunendo artisti, botanici e filosofi provenienti da tutte le latitudini.
Sono tre i filoni presi in esame dalla mostra parigina: la conoscenza degli alberi – dalla botanica alla biologia vegetale –, l’estetica – dalla contemplazione della natura alla sua declinazione visiva attraverso il linguaggio dell’arte – e la massiccia opera di distruzione e deforestazione delle aree verdi del pianeta, piaga che affligge sempre più l’epoca attuale.
Organizzata con l’apporto dell’antropologo Bruce Albert, la mostra punta lo sguardo su una moltitudine di ricerche condotte da professionisti legati a discipline eterogenee: si va dal botanico e pioniere della neurobiologia vegetale Stefano Mancuso, che ha collaborato con Thijs Biersteker alla realizzazione di un’opera installativa capace di “dare voce” alle piante, alla pratica rizomatica di Fabrice Hyber, che ha interrato 300mila semi nella sua valle, a Vendée.
Anche il giardino della Fondation Cartier, progettato nel 1994 dall’artista Lothar Baumgarten, gioca un ruolo chiave nell’esposizione, accogliendo l’albero scolpito in bronzo da Giuseppe Penone, l’intervento scultoreo di Agnès Varda, ideato ad hoc per questa mostra, e, in autunno, la video installazione di Tony Oursler.