La mostra allestita al Castello del Buonconsiglio di Trento getta nuova luce sulla produzione tessile a cavallo fra Quattrocento e Cinquecento. Riunendo una quarantina di paramenti sacri e alcuni dipinti che ne illustrano le fattezze e le funzioni.
È una mostra carica di fascino quella allestita fino al 3 novembre presso il Castello del Buonconsiglio di Trento. Fili d’ oro e dipinti di seta. Velluti e ricami tra Gotico e Rinascimento punta lo sguardo sui manufatti tessili realizzati tra Quattrocento e Cinquecento, testimoni di una tradizione artigiana antica, che ha dato vita a preziosi tessuti ricamati ancora presenti nelle aree dell’arco alpino.
Un colpo d’occhio sugli altissimi livelli di qualità raggiunti dalle botteghe di tessitori e ricamatori oltre cinque secoli fa, bene esemplificati da alcuni capolavori in mostra. Basti pensare allo splendido parato di papa Niccolò V del Museo del Bargello di Firenze, commissionato dalla città di Siena nel 1450 e donato al pontefice in occasione della canonizzazione di San Bernardino, o al cappuccio di piviale del Castello Sforzesco di Milano.
Oltre a questi inestimabili manufatti, provenienti in parte dalla collezione del museo e in parte da istituzioni di rilievo come il Castello Sforzesco di Milano, la Galleria degli Uffizi di Firenze e il Museo Correr e Palazzo Mocenigo di Venezia, la mostra include anche alcuni dipinti sacri di Altobello Melone, Michele Giambono, Francesco Torbido, Rocco Marconi e del misterioso Maestro di Hoogstraeten, che evocano la storia dei tessuti eseguiti tra la seconda metà del XV secolo e i primi decenni del XVI secolo in Italia e nell’Europa del Nord.
[Immagine in apertura: frammento di tessuto, seconda metà del XV sec., manifattura italiana, Recanati, Museo diocesano]