In occasione della mostra "Magnifici Ritorni. Tesori aquileiesi dal Kunsthistorisches Museum di Vienna" alcuni dei più rilevanti reperti archeologici riaffiorati nei decenni dal sottosuolo aquileiese tornano in Italia. A distanza di quasi 200 anni.
Com’era Aquileia 2200 anni fa? E quanto sono cambiati, invece, il suo volto e la sua identità nel corso dell’Ottocento, quando divenne parte dell’Impero asburgico? Sono questi alcuni dei quesiti presi in esame dalla mostra Magnifici Ritorni. Tesori aquileiesi dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, che ricostruisce il quadro e gli esiti delle campagne archeologiche che interessarono il territorio aquileiese tra tardo Settecento e inizio Ottocento.
Organizzata dalla Fondazione Aquileia insieme al Kunsthistorisches Museum e Museo Archeologico Nazionale di Aquileia – visitabile in quest’ultimo, fino al 20 ottobre prossimo –, la mostra fa luce sul passato remoto della città adriatica, ricordando in particolare le numerose attività di raccolta, di scavo e di ricerca grazie alla quali fu possibile acquisire piena consapevolezza della struttura urbana locale in epoca romana. Per l’occasione, dall’importante istituzione austriaca sono stati concessi reperti archeologici di assoluto rilievo. Riaffiorati nei decenni dal sottosuolo aquileiese, sono infatti in parte confluiti nella collezione permanente del Kunsthistorisches Museum. “A partire dal 1817 – ha raccontato Georg Plattner, direttore della Collezione di Antichità greche e romane del museo viennese – circa 340 reperti antichi da Aquileia sono stati inviati a Vienna da Aquileia, quarantacinque pezzi tornarono ad Aquileia nel 1921, nell’ambito delle restituzioni che l’Austria fece dopo la fine della prima guerra mondiale all’Italia: tra essi, sculture e iscrizioni, bolli laterizi e altri oggetti minori“.
I visitatori possono apprezzarli in un allestimento che attiva uno stretto dialogo con la collezione permanente del museo di Aquileia. Le sorprese non mancano: il ritorno in città del rilievo marmoreo raffigurante Mitra Tauroctono consente, ad esempio, di riflettere in maniera più marcata sulla diffusione dei culti mitraici, comuni tra i soldati nella regione intorno ad Aquileia. E ancora, tra i molti materiali preziosi esposti, emerge la raffinatissima gemma verde con un ritratto femminile. La complessa acconciatura della matrona raffigurata fa riferimento a una moda lanciata, alla fine del I secolo d.C., da Giulia, figlia dell’imperatore Tito. Frammenti di storia, dunque, di indiscusso fascino, capaci di dare vita a un vero e proprio viaggio nel tempo e a una narrazione dagli esiti sorprendenti.
[Immagine in apertura: Una vista dell’allestimento della mostra Magnifici Ritorni. Tesori aquileiesi dal Kunsthistorisches Museum di Vienna © Gianluca Baronchelli]