Per la prima volta una mostra analizza il tema del giardino europeo a partire dalle osservazioni dei viaggiatori, tra cui artisti e intellettuali, che tra il Cinquecento e l'Ottocento si spostarono nei diversi Paesi. Accade alla Reggia di Venaria, in Piemonte, fino al 20 ottobre.
Correva l’anno 1659 quando il cantiere di Venaria Reale veniva aperto. Progettato dall’ingegnere ducale Amedeo di Castellamonte e promosso da Carlo Emanuele II, l’intervento avrebbe portato alla nascita di un sistema articolato, del quale erano parte integrante il borgo, il palazzo, i servizi e, naturalmente, i giardini.
In occasione della mostra Viaggio nei Giardini d’Europa. Da Le Nôtre a Henry James, visitabile nella Sala delle Arti della Reggia di Venaria fino al 20 ottobre, anche questo progetto è analizzato nell’ambito di una più vasta trattazione sul tema del giardino. Le osservazioni dei viaggiatori che tra Cinquecento e Ottocento attraversarono l’Europa sono alla base di questa esposizione; le sue dodici sezioni conducono lo spettatore alla scoperta della varietà e delle distinte tipologie di giardini, espressione del gusto locale, delle volontà dei sovrani e anche dell’influenza esercitata da terre lontane e affascinanti, come la Cina.
Il percorso espositivo è composto da circa 200 opere: si tratta di dipinti, disegni, arazzi, volumi, modelli e altri manufatti relativi a celebri giardini europei. Eseguiti da artisti noti e meno conosciuti, questi lavori consentono di cogliere le specificità dei vari giardini, raccontati così come apparvero dinanzi agli occhi di architetti, paesaggisti, principi, scrittori e intellettuali che, per varie ragioni, li visitarono, fissandone l’essenza sui loro taccuini, in testi scritti o schizzi.
L’apertura della mostra è affidata a una carrellata di giardini “ideali”, da intendersi come “riflesso” dei giardini reali e in associazione a una pluralità di significati. Il percorso segue quindi un criterio cronologico e conduce dai giardini visitati da Montaigne nell’Italia del Cinquecento, tra grotte e giochi d’acqua, fino ai giardini imperiali del Piemonte in epoca napoleonica e a progetti risalenti all’inizio del Novecento. Nel suo itinerario attraverso l’Europa dei regni e degli imperi, la mostra testimonia il rincorrersi delle mode tra i Paesi del Vecchio Continente e l’affermazione di specifici modelli, tra cui il giardino inglese, che raggiunse un’ampia diffusione.
[Immagine in apertura: Étienne Allegrain, Veduta della Reggia di Versailles e dell’Orangerie, presa dal bacino degli Svizzeri, 1695 circa, olio su tela. Versailles, Musée National du Château de Versailles]