Dall'unità nazionale al primo decennio della Repubblica, cosa è accaduto nella storia del costume italiano? La mostra in corso a Perugia tratteggia i contorni di un secolo di vita del Paese, tra fotografia e capi di abbigliamento.
Se provassimo a esaminare un secolo di storia nazionale a partire dalla storia della moda e del costume, quali stereotipi verrebbero abbattuti? E quale immagine del Paese prenderebbe forma dalla sintesi degli elementi raccolti? Analizza questo ampio tema la mostra in corso a Perugia, al Museo civico di Palazzo della Penna, visitabile fino al 10 novembre prossimo.
In occasione de Gli italiani e la moda 1860–1960, nel capoluogo umbro sono presentati venti abiti, venti bozzetti storici, oltre 150 fotografie, oggetti e apparecchi fotografici originali. Un corpus eterogeneo, attraverso il quale i curatori intendono fare luce sugli stili e sulle scelte in termini di gusto che si sono susseguiti nel Paese, tra Ottocento e Novecento.
Oltre ad approfondire gli “stravolgimenti” che hanno contraddistinto la storia del costume nel periodo preso in esame ‒ dai corsetti delle donne borghesi all’avvento degli abiti femminili corti e pratici, fino alle barbe ispirate al look della famiglia reale ‒, il percorso espositivo si sofferma su due speciali focus.
Accanto alla sezione curata dal presidente della maison Gattinoni Couture, Stefano Dominella, che ricostruisce l’ascesa della griffe fondata da Fernanda Gattinoni e divenuta amatissima dalle dive del jet set internazionale, la mostra include infatti anche un capitolo dedicato alla fotografia storica, reso possibile grazie ai prestiti dell’Archivio Manodori Sagredo. Fotografia e capi di abbigliamento, intesi come “strumenti del linguaggio dell’apparire”, conducono i visitatori in un viaggio fra le trasformazioni e i mutamenti del nostro passato.
[Immagine in apertura: Fernanda Gattinoni, 1958. Archivio Fernanda e Raniero Gattinoni]