Dall'architettura residenziale agli spazi per uffici; dall'illuminazione all'industrial design: la carriera dell'architetto e designer Angelo Mangiarotti viene esplorata dalla mostra in corso all'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo.
A sette anni dalla scomparsa, il pensiero e la produzione del designer, architetto e scultore milanese Angelo Mangiarotti continuano a essere studiati, ispirando progetti espositivi. È questo il caso di Angelo Mangiarotti ‒ La Tettonica dell’Assemblaggio, la mostra curata da Franz Graf e Francesca Albani che, dopo il debutto, avvenuto nel 2015 all’Accademia di architettura di Mendrisio dell’Università della Svizzera Italiana, e le successive tappe a Zurigo, Winterthur e Ginevra, è attualmente riproposta in Giappone.
È l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo ad accoglierla fino al 29 settembre prossimo, dopo aver ospitato, in occasione dell’inaugurazione, una conferenza alla quale hanno preso parte i due curatori, l’architetto giapponese Pritzker Prize Fumihiko Maki e altre illustri personalità dei settori architettura e design.
Ricostruendo la poliedrica figura di Mangiarotti (nell’immagine in apertura, credits Mangiarotti Associati, dettaglio), il percorso espositivo analizza i diversi ambiti con cui si è misurato nel corso della carriera il progettista: dall’architettura residenziale agli spazi per uffici, dall’illuminazione al design del mobile. Tra le sue opere esposte a Tokyo c’è anche il pluripremiato sistema di illuminazione decorativa Giogali, contraddistinto dal gancio in cristallo brillante, che venne progettato nel 1967.