Antiquario riconosciuto, Cesare Lampronti è ospite, con la sua raccolta di dipinti, alla Reggia di Caserta. Una mostra aperta fino al 16 gennaio, che riflette sull'articolato rapporto tra collezionismo privato e istituzioni pubbliche.
La prima volta non si scorda mai. Potrebbe essere questo il motto dietro la nuova mostra alla Reggia di Caserta, che segna l’esordio di un antiquario nelle sale del palazzo reale. Aperta fino al prossimo 16 gennaio, Da Artemisia a Hackert. Storia di un antiquario collezionista alla Reggia pone sotto i riflettori una prestigiosa selezione di opere appartenenti a Cesare Lampronti, esposte per la prima volta negli spazi del museo casertano.
A infarcire il percorso espositivo, oltre ottanta capolavori scelti, tra pitture caravaggesche, dipinti del Seicento, vedute, paesaggi e nature morte realizzati da artisti del calibro di Artemisia Gentileschi, Rubens, Guercino e Pietro da Cortona. Una raccolta di raro valore, che occuperà le sale della Reggia in armonia con la collezione permanente del museo.
Curata dalla Galleria Lampronti ‒ protagonista dell’antiquariato internazionale dal 1914 ‒, la mostra sarà accompagnata durante i mesi di apertura da attività didattiche e scientifiche, messe a segno grazie alla collaborazione tra l’istituzione casertana ed esperti del mondo accademico. L’obiettivo? Approfondire tematiche legate al mercato dell’arte e al difficile rapporto tra collezionismo privato ed enti pubblici, nel tentativo di stabilire un punto di contatto tra mondo dell’antiquariato e istituzioni nazionali.
[Immagine in apertura: Bernardo Bellotto. Canal Grande, Venezia, visto da est, Campo San Vio]