A Locarno, l’arte è una questione di corpo

5 Settembre 2019


Il mio corpo funge da barometro, diventa un ago che unisce gente di tempi e luoghi diversi”, diceva l’artista sudcoreana Kimsooja, in mostra nel nuovo progetto allestito alla Fondazione Ghisla di Locarno. Visitabile dal prossimo 8 settembre, e fino al 5 gennaio 2020, l’esposizione indaga il tema della rappresentazione del corpo attraverso le opere di grandi artisti che, negli ultimi settant’anni, hanno dedicato la loro attenzione alla figura umana.

Look at me! Il Corpo nell’Arte dagli anni ’50 a oggi, è una somma di punti di vista. Nudo, vestito, in pose provocanti, arreso: il corpo viene qui proposto per mezzo di una notevole selezione di fotografie, mettendo insieme artisti diversi per tecnica e natura, ma accomunati tutti dalla stessa pulsione: quella di sondare con la loro creatività gli aspetti più intimi, provocanti ed espressivi del soggetto per eccellenza delle pratiche artistiche.

Come afferma Annamaria Maggi, curatrice della mostra insieme ad Angela Madesani, “senza il corpo non ci sarebbe l’arte. In passato la figura umana è stata l’imprescindibile strumento per comunicare storie e per dare forma visibile a sentimenti, credenze e concetti; ancor oggi, il corpo rimane il protagonista della ricerca di molti degli autori contemporanei più radicali e interessanti: il corpo continua a venir chiamato dall’arte a esser simbolo”.

In mostra, opere di artisti culto del nostro tempo, disposte nelle sale della Fondazione attraverso un allestimento cronologico, capace di mettere in luce le evoluzioni tanto della raffigurazione del corpo, quanto della sua percezione nel corso dei decenni. Dai nudi maschili di Robert Mapplethorpe alle pose erotiche di Nobuyoshi Araki; dagli autoritratti di Cindy Sherman ai grandi tableaux vivant di Vanessa Beecroft fino alle opere di Irving Penn.

[Immagine in apertura: Spencer Tunick, Aletsch Glacier, Switzerland, 2007. Courtesy Collezione Martine e Pierino Ghisla-Jacquemin]