A partire dal prossimo 20 settembre, l'arte di Paolo Icaro sarà in mostra alla GAM ‒ Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Circa 50 le opere esposte, per riflettere sulla lunga ricerca materica dello scultore.
Quello tra la GAM di Torino e Paolo Icaro è un rapporto di lunga data, che risale al 1967 – anno della prima acquisizione da parte dell’istituzione di un lavoro dell’artista piemontese. A quell’opera – Bicilindrica, una scultura in cemento del 1965 – se ne aggiunsero altre, entrate nelle collezioni della galleria col passare degli anni. Una relazione duratura e proficua, dunque, che si rinnova e culmina oggi con un nuovo, ampio, progetto espositivo – in apertura il 20 settembre e visitabile fino al primo dicembre.
Si tratta di Antologia/Anthology 1964-2019, una mostra retrospettiva che ripercorre cinquantacinque anni di attività dell’artista. Selezionate dalla curatrice Elena Volpato, le opere racchiudono interventi degli esordi e progetti più recenti – alcuni dei quali appositamente pensati per l’occasione.
Allestito negli spazi della GAM, il percorso espositivo attraversa forme e materiali, evocando le varie stagioni creative di Paolo Icaro con circa cinquanta lavori, mai prima d’ora raccolti in maniera così completa e uniforme. Tra le opere in mostra, le strutture in profilati metallici degli anni Sessanta, i gessi e i marmi concettuali degli anni Settanta e Ottanta, e le installazioni su larga scala di recente datazione. Sculture diverse nella forma e nelle dimensioni, ma accomunate da un’unica, solida ambizione: quella di porsi in connessione con il luogo, indagandone i limiti e sfidando il vuoto.
Un dialogo fisico e mentale con lo spazio, così presentato dalla curatrice del progetto: “L’esposizione propone una rilettura dell’opera di Icaro che intende mostrare la continuità e l’evoluzione del pensiero poetico dell’artista attraverso i decenni, nonché la sua cifra più propria: la costante riflessione dell’artista che incessantemente rilegge lo spazio e la scultura, alla luce di un principio trascendente per il quale la vita delle forme coincide con il senso del divenire”.
[Immagine in apertura: Paolo Icaro, Senza titolo, 2018. Courtesy l’artista]