Il nuovo museo Musja di Roma inaugura la sua stagione espositiva rivolta al contemporaneo. Tredici artisti di fama internazionale sono invitati a riflettere sul tema del “buio”.
Voluto da Ovidio Jacorossi come quartier generale per la sua raccolta di opere del Novecento, il Musja inizia la sua attività più strettamente dedicata al contemporaneo, dando il via a una serie di eventi paralleli che affiancheranno, di volta in volta, la collezione stabile del museo romano.
Ad avviare l’attività espositiva è The Dark Side, un ambizioso progetto suddiviso in tre capitoli che indaga il “lato oscuro” presente in ognuno di noi. Distribuite nell’arco di tre anni, le mostre saranno curate da Danilo Eccher, chiamando all’appello alcuni tra gli artisti più noti del panorama internazionale, invitati nella maggior parte dei casi a realizzare opere site specific in dialogo con gli ambienti del museo.
Primo capitolo di questo progetto triennale è The Dark Side ‒ Chi ha paura del buio?. Visitabile fino al primo marzo 2020, la rassegna si sofferma sulle fobie dell’inconscio, esplorate attraverso le opere di riconosciuti artisti contemporanei ‒ tra i quali Christian Boltanski, Monica Bonvicini, Robert Longo, Hermann Nitsch, Tony Oursler, Flavio Favelli e Gianni Dessì.
A occupare la scena sono sculture e installazioni spesso dalle grandi dimensioni, realizzate ad hoc o provenienti da collezioni internazionali. Le opere si interrogano su paure e sentimenti di sconforto, puntando il dito verso il “negativo”, ma offrendo sempre riflessioni sulla possibilità di rinascita e sulla necessità di accettare gli ostacoli come parte del percorso di vita. A rendere l’itinerario ancora più accattivante saranno gli incontri tematici coordinati da Federico Vercellone ‒ ordinario di Estetica al Dipartimento di Filosofia dell’Università di Torino ‒, in programma nell’arco della mostra.
[Immagine in apertura: Chiharu Shiota, Sleeping is like Death, 2019. Installation view. Courtesy l’artista & Galerie Templon e Gino De Dominicis, Untitled, 1985. Courtesy Collezione Jacorossi, Roma]