Nominato patrimonio Unesco nel luglio 2019, il sito di Bagan si prepara all'impatto del turismo di massa, che potrebbe minacciare l'incolumità degli antichissimi templi della zona. A sostegno del parco archeologico birmano arriva oggi il Getty Conservation Institute, sezione del J. Paul Getty Museum di Los Angeles.
Il J. Paul Getty Museum di Los Angeles scende in campo a sostegno degli antichi tempi di Bagan, in Birmania. Ad annunciarlo è la stessa istituzione americana, a seguito di un importante contratto siglato tra il Getty Conservation Institute e il Museo Nazionale della Birmania, insieme al Dipartimento di Archeologia responsabile della tutela dell’immenso patrimonio artistico della zona.
A rendere l’accordo più che mai urgente è stata la recente nomina di Bagan a patrimonio Unesco. Il titolo, accendendo i riflettori del mondo sul prestigio storico del luogo, innescherà inevitabilmente un turismo di massa che rischia, se non controllato, di compromettere le antichissime strutture presenti sui 50 chilometri quadrati di estensione del territorio. Tra queste, migliaia di templi buddhisti, monasteri e testimonianze archeologiche prevalentemente risalenti all’XI e al XIII secolo.
L’azione di supporto da parte del Getty – inserita nel progetto Ancient Worlds Now: A Future for the Past, un’iniziativa su scala mondiale a sostegno del patrimonio a rischio – inizierà nel gennaio 2020, e prevede piani di ristrutturazione adeguata degli edifici (centinaia dei quali danneggiati dal forte terremoto del 2016 e dalle recenti inondazioni), l’identificazione di metodi di conservazione delle strutture, strategie di gestione dei flussi di turismo e, soprattutto, la collaborazione e la trasmissione delle conoscenze agli organi locali, al fine di assicurare una ripercussione positiva degli sforzi di sostegno anche sulle generazioni future.
[Immagine in apertura: Vista di Bagan, Myanmar. Photo Valentina Silvestrini]